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Brendola

Rocca dei Vescovi, trovati resti medievali di sei persone. Due sono infanti

Le indagini sul campo hanno stabilito che risalgono al periodo Medioevale

Resti ossei di almeno sei individui, di cui quattro adulti e due infanti. Risalgono a un periodo compreso tra il IX e l’XI secolo dopo Cristo, quindi in piena epoca medievale. Sono queste le ultime scoperte archeologiche evidenziate dagli scavi alla Rocca dei Vescovi di Brendola. A confermarlo sono Giulia Pelucchini e Cinzia Rossignoli della Soprintendenza archeologica e Rosario Salerno di “Dedalo”, incaricato delle indagini sul campo.

I ritrovamenti in una cavità carsica

I resti ossei, analizzati con il radiocarbonio 14, sono stati rinvenuti insieme a frammenti ceramici e scorie metalliche nel cosiddetto “inghiottitoio”: si tratta di una cavità carsica lunga 8 metri e profonda 12 aperta nel 2016 ad ovest della torre. I ritrovamenti saranno descritti, in dettaglio, in una pubblicazione di prossima uscita, a cura della Soprintendenza, mentre si è da poco conclusa una nuova campagna di scavi, i cui risultati sono ancora in corso di elaborazione.

Le indagini archeologiche alla Rocca dei Vescovi

Alcune anticipazioni sono state fornite in una serata ospitata a Brendola. È stata l’occasione per ripercorrere gli ultimi anni di indagini archeologiche nell’area della Rocca dei Vescovi, il cui impianto originario risale al X secolo. I reperti più rilevanti coprono un arco temporale che va dall’Età del Bronzo finale (XI-X secolo a.C.) fino al 1514, anno di distruzione della Rocca.

Esistevano un edificio a due piani e il pozzo

Nel complesso esisteva anche un “edificio” di almeno due piani, oggi scomparso, mentre nel pianoro è stato rinvenuto un pozzo alla veneziana; all’interno della torre è stata scoperta una probabile sepoltura scavata nella pietra, certamente di epoca precedente alla torre stessa. «Le scoperte - spiega il sindaco Bruno Beltrame - dimostrano la frequentazione stabile del sito anche molto prima dell’esistenza della Rocca. Continueremo le ricerche sul posto, per cercare altre informazioni sulle origini di Brendola».

Stabilite iniziative per la divulgazione delle scoperte

L’amministrazione comunale, per voce del primo cittadino Beltrame, conferma che «da sempre in collaborazione con gli archeologi che ci seguono, abbiamo in progetto di realizzare alcuni totem illustrativi da collocare all'interno dei ruderi per fornire agli appassionati, ai visitatori e anche ai turisti una serie di nozioni che possano aiutarli a comprendere appieno la grande rilevanza del sito archeologico». L’assessore ai lavori pubblici Matteo Fabris ha messo in evidenza come la Rocca sia già parzialmente visitabile in alcune domeniche. E questo viene reso possibile grazie alla disponibilità messa in campo dalle associazioni locali come la protezione civile, la polisportiva, la pro loco e gli Alpini di Brendola e di San Vito: «L’intenzione dell’amministrazione comunale è di aprirla definitivamente al pubblico - spiega Fabris -, non prima però di averla dotata di un sistema di videosorveglianza».

Isabella Bertozzo

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