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Montecchio

Alte, slitta la riapertura del cavalcaferrovia. La rabbia dei residenti

I lavori per la Tav sono in ritardo perché mancano le materie prime. Automobilisti e negozianti sul piede di guerra: «Traffico congestionato»
I lavori per il completamento di via Battaglia sono in ritardo, come si vede nella foto scattata ieri: serviranno almeno altri due mesi TROGU
I lavori per il completamento di via Battaglia sono in ritardo, come si vede nella foto scattata ieri: serviranno almeno altri due mesi TROGU
I lavori per il completamento di via Battaglia sono in ritardo, come si vede nella foto scattata ieri: serviranno almeno altri due mesi TROGU
I lavori per il completamento di via Battaglia sono in ritardo, come si vede nella foto scattata ieri: serviranno almeno altri due mesi TROGU

Il cavalcaferrovia di via Battaglia ad Alte aprirà a marzo. Posticipata l’apertura prevista, fino a poco tempo fa a fine gennaio, dell’opera che rientra nel grande progetto Tav. La conferma ufficiale arriva da Iricav 2, il consorzio di imprese che si occupa della costruzione della Tav nella tratta Verona Padova, che spiega anche i motivi del ritardo: «Le attività hanno subito dei rallentamenti rispetto a quanto pianificato - fanno sapere - principalmente legati a problemi di approvigionamento di materie prime per la situazione economica generale e prevediamo di poter aprire il cavalcavia entro marzo». 

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Ci sarà da aspettare

Ci sarà da aspettare, quindi, ancora un paio di mesi per poter vedere il nuovo ponte, realizzato per il transito dei treni Alta velocità/Alta capacità, di nuovo aperto al traffico e la viabilità ripristinata. Un ritardo che è una doccia fredda per i residenti i quali già da 8 mesi, da quando è stato chiuso il cavalcaferrovia il 26 aprile, attendevano la riapertura. Uno slittamento che provoca le proteste dei cittadini legate al fatto di dover affrontare il traffico.

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La rabbia dei residenti

«L’altra sera, dall’uscita del casello fino ad arrivare alla ditta dove lavoro a Arzignano, ho impiegato un’ora e mezza – afferma Nicola Pezzo -. Nel rondò del casello c’era una fila lunghissima di auto, e nessuna pattuglia delle forze dell’ordine, quindi ho deciso di dirigermi verso strada del Melaro ma anche lì il traffico era congestionato. Impossibile passare anche nel sottopasso di via Tabernulae ad Altavilla, ho dovuto proseguire fino al sottopasso di Olmo per poi prendere la regionale 11 e tornare indietro. È inaccettabile». Stesso tono anche per Rebecca Capitanio. «Prima per arrivare al lavoro ci mettevo 4 minuti, adesso più di mezz’ora – dice – se non addirittura di più. Soprattutto nelle ore di punta il traffico è molto intenso ed essendoci tanta colonna gli ingorghi sono all’ordine del giorno e si deve sempre pensare ad una strada alternativa. E ciò significa anche una maggiore spesa di carburante il cui costo è già alle stelle». Ma non solo la bretella o la strada del Melaro, anche le vie interne, almeno due volte al giorno, hanno gravi problemi di viabilità con colonne di veicoli. «Ormai quando arrivo in via Cimarosa per transitare nel sottopasso metto in conto che ci vorranno almeno 20 minuti – aggiunge Ornella Vezzaro -. Mi chiedo per quanto tempo ancora dovremo aspettare». Anche dal fronte dei negozi la situazione non è rosea. «Abbiamo notato una notevole perdita di fatturato – spiegano da “Giacomuzzo-caccia e pesca” –. Dei clienti, dopo la chiusura del ponte, non sono più tornati. Abbiamo mandato una mail in municipio per sapere la data di riapertura ma non ci hanno mai risposto».

Ma c’è chi ha registrato novità

«Non ho perso clienti – chiosa Gigliola Regola che ha il salone di acconciature – anzi devo dire che sono arrivate nuove persone». «I primi 20 giorni dalla chiusura avevamo notato il calo degli ospiti – dicono dall’hotel San Marco – ma abbiamo vinto l’appalto del cantiere, così ospitiamo i dipendenti. Per noi non è cambiato niente».
A nome dei commercianti parla anche Ruggero Camerra, presidente di Confartigianato di Montecchio. «Da tempo non credevamo che il cavalcaferrovia sarebbe stato transitabile da fine gennaio – dichiara – e riteniamo che sia stato poco serio annunciare una tale tempistica. A questo punto, senza annunciare date indicative, sarebbe meglio che venga aperto tutto, e intendo Spv, casello e via Battaglia, in contemporanea». 

Cronoprogramma

Soprattutto Camerra si focalizza sul cronoprogramma. «Gli enti che si occupano di queste grandi infrastrutture devono essere consapevoli che quando viene resa pubblica una data, di conseguenza le attività economiche si organizzano, perché i tempi hanno costi. Certo le opere vanno realizzate ma questi ritardi si ritorcono sull’economia locale e poi, per recuperare, ci vorrà tempo».
Dunque, una situazione che non soddisfa gli operatori economici, salvo qualche eccezione, e nemmeno i cittadini costretti ad allungare i tempi per trovare strade alternative spesso trafficate. C’è solo da augurarsi che marzo sia veramente il mese della riapertura. 

 

Antonella Fadda

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