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Michele Fusaro condannato all'ergastolo

OMICIDIO. Il processo in Corte d'Assise d'Appello a Mestre

La Corte d'Appello rincara la pena per l'assassino di Iole Tassitani. In primo grado aveva preso trent'anni di carcere
Michele Fusaro condannato all’ergastolo per l’omicidio Tassitani
Michele Fusaro condannato all’ergastolo per l’omicidio Tassitani
Michele Fusaro condannato all’ergastolo per l’omicidio Tassitani
Michele Fusaro condannato all’ergastolo per l’omicidio Tassitani

Michele Fusaro è stato condannato all'ergastolo. La corte d'Assise d'Appello di Venezia ha stabilito ieri, dopo meno di due ore di camera di consiglio, il carcere a vita per il quarantatreenne killer di Iole Tassitani, la donna di Castelfranco rapita e fatta a pezzi nel dicembre del 2007.
L'operaio di Bassano, condannato in primo grado con rito abbreviato a trent'anni di carcere, si è presentato ieri mattina per la prima volta ad un'udienza. Nessuno si aspettava la sua presenza nell'aula bunker del tribunale di Mestre. Barba lunga, pantaloni e camicia blu, Fusaro si è seduto con passo lento e incerto tra i suoi avvocati, Piero Longo (parlamentare del Popolo delle Libertà e legale del presidente del consiglio Silvio Berlusconi) e Chiara Balbinot.
I genitori e sorelle della povera Iole non si sono presentati. «Ad essere sinceri, dopo la delusione del processo di primo grado, nutrivano un certo pessimismo e così hanno preferito rimanere a casa», ha raccontato l'avvocato trevigiano Fabio Pavone, che assieme al collega Roberto Quintavalle tutelava proprio gli interessi della famiglia di Castelfranco.
La discussione è iniziata poco prima delle dieci. Una volta giudicato ammissibile ricorso alla sentenza di primo grado, il procuratore generale Bruno Cherchi ha chiesto immediatamente una condanna all'ergastolo.
Quando Fusaro, che fino a quel momento era stato tranquillo ad ascoltare, ha sentito questa parola, ha accusato un malore, tanto che si è resa necessaria una breve sospensione del dibattimento. Al termine del primo soccorso, l'operaio bassanese è stato caricato su un furgone della polizia penitenziaria e portato nuovamente in carcere a Vicenza.
Poco dopo l'una i giudici sono rientrati all'interno dell'aula bunker per pronunciare la sentenza che ha parzialmente riformato quella di primo grado: ergastolo.
Tra tutti, il più stupito dalla decisione del tribunale di secondo grado è stato l'avvocato Longo. «Dovrò aspettare di leggere le motivazioni - ha spiegato il parlamentare veneto - ora non posso proprio commentare un dispositivo che non ho capito. E non credo certo di non averlo capito per mie carenze».
Esultano invece le parti civili, che hanno immediatamente telefonato ai genitori di Iole a Castelfranco. «Dopo due anni e mezzo da quel drammatico fatto, che sconvolse non solo Treviso ma l'Italia intera, finalmente è stata fatta giustizia», ha detto l'avvocato Quintavalle che, dopo la lettura della sentenza, si è addirittura commosso.
A differenza del primo grado di giudizio, i giudici hanno aggiunto tra i reati minori contestati a Fusaro anche quello di vilipendio di cadavere. In questo modo la somma della pena per questi reati (rapina, porto d'armi, distruzione e occultamento di cadavere ai quali si è aggiunta appunto quella di vilipendio), è risultata essere superiore ai cinque anni, quantificando la pena totale nel carcere con isolamento diurno di un anno, diminuita, per effetto del rito abbreviato, in ergastolo semplice.
Ora verosimilmente la parola passerà alla Corte di Cassazione, che però non entrerà nel merito della vicenda ma valuterà solamente l'esatta osservanza della legge durante tutto l'iter processuale sostenuto da Michele Fusaro. Che ora è quanto mai vicino al carcere a vita.

Giorgio Barbieri

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