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Torri di Quartesolo

Tav choc, un viadotto alto 40 metri

Un mastodontico viadotto ferroviario che “sorvola” buona parte del paese, con un ponte così alto da essere visibile anche a diversi chilometri di distanza. Fantascienza? No, si tratta invece del progetto (non definitivo) relativo al passaggio dell’Alta velocità a Torri di Quartesolo, presentato lo scorso venerdì durante una riunione organizzata dalla Regione Veneto a Mestre. All’incontro hanno partecipato anche Diego Marchioro e Maurizio Schiavo, rispettivamente sindaco e vice di Torri, che hanno espresso subito la contrarietà del Comune ad un progetto che, se realizzato, avrebbe un fortissimo impatto, soprattutto visivo, sul territorio quartesolano.

Il progetto «Una sorpresa? Più che altro è stata una mazzata - commenta senza tanti giri di parole Marchioro - Appena abbiamo visto le slide con il progetto, abbiamo subito fatto sapere che non possiamo accettare una cosa del genere e che chiediamo, per il passaggio della Tav a Torri, che sia adottata una soluzione meno impattante». Secondo l’ipotesi progettuale fatta dagli ingegneri di Rfi, il viadotto dovrebbe infatti passare sopra l’attuale cavalcavia dell’autostrada Valdastico. Come detto, non si tratta di un progetto definitivo, per cui le misure dell’infrastruttura non sono ancora ufficiali, ma basta dare uno sguardo al cavalcavia autostradale per capire che il viadotto, se costruito, sarà alto decine e decine di metri. «Secondo il progetto di Rfi quel viadotto farà passare i treni a circa venti metri di altezza dal piano campagna - continua il sindaco - Nel ponte che passerà sopra il cavalcavia della Valdastico, è poi previsto un arco alto almeno un’altra quindicina di metri. Il che vuol dire che la struttura arriverà ad essere alta quasi quaranta metri».

L’impatto In caso di realizzazione del progetto, dunque, «l’impatto sul paese sarebbe enorme, cambierebbe la pelle di Torri. Parliamo di una struttura che sarebbe visibile a chilometri di distanza, perfino da alcune località di montagna. Inoltre il problema non riguarda solo Torri, perché il viadotto inizierebbe a “salire” già sul territorio di Settecà e scenderebbe a Grumolo delle Abbadesse». Del progetto si è parlato nei giorni scorsi anche durante una riunione della commissione territorio. «Prima di rendere pubblica la cosa, ho preferito parlarne in commissione territorio, così da informare anche i gruppi di minoranza consigliare. Ho chiesto ai consiglieri di condividere con noi l’opposizione a questo progetto, e tutti hanno concordato all’unanimità. Ne riparleremo poi anche durante la prossima seduta del Consiglio comunale, prevista giovedì».

L’appello Marchioro lancia un appello alle istituzioni, chiedendo di rivedere il progetto. «Non vogliamo fare troppi allarmismi. È presto per fare le barricate. Per adesso si tratta infatti solo di un’ipotesi, di un’idea delle ferrovie, e non di un progetto definitivo o esecutivo. Non siamo mai stati “No Tav”, ma ci teniamo a far sapere che siamo assolutamente contrari a questa soluzione. Faccio appello alla Provincia, alla Regione e, a questo punto, anche al Ministero dei trasporti, per una soluzione diversa e meno impattante». Un primo incontro a livello regionale è previsto a breve. «L’assessore regionale Elisa De Berti si è già detta disponibile a discutere di soluzioni tecniche alternative. Quali? È presto per parlarne nel dettaglio - conclude - Per ora stiamo valutando tutte le possibili soluzioni meno impattanti».

 

Marco Marini

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