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Creazzo

Stefania ritrova i suoi fratelli dopo 53 anni

La famiglia è di nuovo riunita, dopo 53 anni. Ha dell’incredibile quanto successo a Stefania Gajotto, 54 anni, originaria di Vicenza ma residente a Creazzo. Adottata quand’era poco più che neonata, Stefania ha conosciuto dopo più di mezzo secolo i suoi cinque fratelli biologici, dei quali ignorava l’esistenza. Una storia a lieto fine. Una storia che inizia nel lontano 1968.
L’adozione «Sono stata portata all’orfanotrofio di San Rocco quando avevo appena un anno - racconta Stefania - Ricordo come se fosse ieri il giorno in cui i miei genitori adottivi mi hanno “scelta”, quando avevo tre anni. Stavo correndo, assieme ad altri bambini, quando notai quelle due persone che mi guardavano sorridendo, e a un certo punto papà mi indicò. Sono stati dei genitori fantastici, ed è forse per quello che non ho mai manifestato il desiderio di conoscere quelli naturali». Poi però la vita fa delle curve improvvise, apre squarci inediti. E di colpo qualcosa cambia. Per Stefania accade nell’autunno del 2020. «Io e mio marito Enrico - racconta - abbiamo deciso di trasferirci a Creazzo. Durante il trasloco, svuotando l’armadio della mamma, ho trovato dei documenti del tribunale relativi all’adozione, scoprendo così il mio vero cognome. In quel momento mi si è mosso qualcosa dentro».
La svolta Immediatamente, Stefania si è messa in moto per saperne di più. «Enrico è riuscito a conoscere nomi e cognomi dei genitori biologici - prosegue - scoprendo che la mamma era morta nell’85 e che è sepolta a Pojana Maggiore. Una volta al cimitero, da come era tenuta in ordine la tomba, ho pensato che qualcuno se ne stesse prendendo cura. Dopo una ricerca siamo andati a suonare alcuni campanelli con lo stesso cognome, ma senza successo». I tentativi dei coniugi di scoprire qualcosa in più sembravano non portare a niente. Ma non si sono arresi.
Dal tabù ai social Lo scorso settembre, Stefania prese coraggio e chiese direttamente alla madre adottiva, ormai novantenne, di raccontarle del suo passato. «So che per lei era un tabù – spiega -, perché temeva che scoprendo le mie origini le avrei voluto meno bene. Mi confidò che venivo da una famiglia problematica, e che avevo cinque fratelli. Rimasi incredula. La sera del primo ottobre mi sono iscritta al gruppo facebook “Sei di Pojana se…”, e ho pubblicato un post, chiedendo se qualcuno avesse mai conosciuto la mia madre biologica. La mattina seguente, ho trovato un messaggio di una persona che, oltre ad averla conosciuta, abitava di fronte alla casa di sua figlia Ambra: sono andata in panico».
La telefonata Le sorprese per Stefania non erano finite. Nello stesso giorno arrivarono varie richieste di amicizia da Pojana, e tra queste quella di Laura, figlia di Ambra. Alla sera, infine, ricevette una telefonata inaspettata. «Era il marito di Anna - spiega -, la seconda sorella che dall’emozione non riusciva a parlare. Poi prese coraggio e mi salutò in lacrime: aveva la mia stessa voce». In un turbine di emozioni intraducibili, «ci siamo accordati per incontrarci il giorno seguente e andare assieme da Ambra. Non scorderò mai il momento del primo incontro: ci siamo guardate, costatando l’incredibile somiglianza, e ci siamo abbracciate a lungo. Anche Ambra, una volta arrivata a casa sua, era emozionatissima». Quel giorno Stefania scoprì tutta la sua storia. E fu come nascere una seconda volta.
La scoperta del passato «Io e i miei fratelli siamo stati sottratti a nostra madre dai servizi sociali - racconta -, per via di alcuni problemi familiari. Le mie tre sorelle, che erano più grandi di me sono rimaste sempre assieme in collegio fino all’età di 16 e 19 anni, mantenendo i contatti con la madre biologica fino alla sua morte, e per tutti questi anni mi avevano sempre cercata ma senza risultati. Anna mi ha raccontato che all’età di 6 anni mi teneva in braccio dandomi un fazzoletto imbevuto in acqua zucchero. Probabilmente ci eravamo anche viste in passato: andavano a scuola alla Colombo, del Villaggio del Sole a Vicenza, la stessa scuola che ho frequentato io. Inoltre, frequentavano spesso la pizzeria all’Albera, altro luogo a me familiare, e addirittura abbiamo frequentato stesse persone che erano clienti del mio centro estetico».
Nelle settimane successive, racconta ancora Stefania Gajotto, «ho incontrato anche gli altri miei fratelli: Michele, Patrizia e Gino. Anche quest’ultimo era stato portato in un collegio a Longare – prosegue- e all’età di 8 anni fu adottato. A distanza di anni, le tre sorelle, per caso lo riconobbero, mantenendo poi i rapporti». E ora? Com’è cambiata la vita? «Ora - conclude Stefania - ci frequentiamo: mi sembra veramente di avere chiuso un cerchio, adesso mi sento molto più completa».

 

Francesco Brun

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