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Arcugnano

Spari nella notte, timori in paese. «Ma sono i cacciatori di cinghiali»

Erano state diverse le segnalazioni dei residenti: "mistero" chiarito

Tante segnalazioni, ma non c’è alcun malintenzionato che si aggira armato e con intenzione pericolose per le strade di Arcugnano. I timori di qualche residente, che aveva riferito alle forze dell’ordine di essere stato svegliato di notte da colpi di arma da fuoco, possono rientrare. Il mistero, sempre che fosse possibile definirlo tale, è stato chiarito.

A sparare (anche con il buio) sono i cacciatori, autorizzati dalla polizia provinciale, impegnati nell’abbattimento controllato dei cinghiali. «Arcugnano è una delle zone dove c’è una grande presenza di cinghiali - sottolinea il vicecomandante della polizia provinciale di Vicenza, Gianluigi Mazzucco -. Le persone abilitate al controllo di questi animali devono segnalare la loro uscita entro le 13 del giorno precedente. Le uscite devono avvenire in coppia oppure in contatto telefonico, per motivi di sicurezza. Così si controllano le popolazioni di cinghiali, in estrema sintesi abbattendoli. I cacciatori sono fuori tutto l’anno, non solamente in questo periodo». 

È stato inoltre già risolto il “giallo” sollevato da Maurizio Squarzon, l’artigiano che nei giorni scorsi si era rivolto alla questura temendo di essere preso di mira da qualche malintenzionato che avrebbe fatto fuoco nelle vicinanze della propria abitazione per intimorirlo e che la sera successiva avrebbe fatto esplodere anche un petardo sul suo pianerottolo. Squarzon, volto noto alle forze dell’ordine per alcuni episodi avvenuti ormai diverso tempo fa, in questura aveva richiesto un ammonimento a carico di una donna con la quale aveva avuto in passato una relazione sentimentale, che sarebbe stata interrotta bruscamente. 
Gli agenti delle volanti hanno accertato che anche gli spari segnalati da Squarzon sono da collegare ai cacciatori e che nessuno di questi ultimi aveva mirato contro la sua abitazione. Sull’uscio di casa di Squarzon era stato invece acceso un petardo di libera vendita. Nulla a che vedere, dunque, con un ordigno rudimentale o una bomba molotov. A dirlo sono gli elementi raccolti dagli investigatori durante il sopralluogo effettuato su richiesta dell’artigiano che abita in via Grancare Alte.
«La vicenda è stata subito ricostruita nei suoi termini reali», commenta il questore Paolo Sartori. Che aggiunge: «Adesso la divisione anticrimine della questura analizzerà la vicenda nel suo complesso. Alla fine degli accertamenti, in base al loro esito, deciderò se applicare un eventuale provvedimento».  

Valentino Gonzato

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