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Sfalci a primavera sul lago infestato Ma nessuno li fa

Uno scorcio del lago di Fimon dove proliferano le piante che si depositano poi nel fondo. ARCHIVIO
Uno scorcio del lago di Fimon dove proliferano le piante che si depositano poi nel fondo. ARCHIVIO
Uno scorcio del lago di Fimon dove proliferano le piante che si depositano poi nel fondo. ARCHIVIO
Uno scorcio del lago di Fimon dove proliferano le piante che si depositano poi nel fondo. ARCHIVIO

Per contenere la crescita al lago di Fimon ad Arcugnano della “Myriophyllum spicatum”, pianta che da qualche anno ha praticamente invaso lo specchio d’acqua, serve uno sfalcio mirato tra aprile e giugno. È questo il risultato dello studio ambientale per il contenimento della pianta che si è concluso lo scorso anno, effettuato sotto l’egida della Regione, dalla Provincia in collaborazione con l’Università di Parma. Secondo la ricerca infatti aprile, maggio e giugno sono i mesi di crescita della Myriophyllum Spicatum e quindi lo sfalcio diventa efficace solo se svolto in questo periodo, perché va a indebolire la pianta nella fase di sviluppo. «Farlo a luglio o in piena estate non avrebbe lo stesso risultato, la fioritura sarebbe già avvenuta» precisa la studio. Gli interventi dovrebbero essere ravvicinati, mirati e concentrati in un arco di tempo limitato, come dimostrato dalla sperimentazione dell’ateneo di Parma. «La Myriophyllum Spicatum non è un alga – evidenziano gli studi della Provincia – ma una pianta autoctona ed è una presenza importante perché garantisce la buona ossigenazione del lago. Il problema però è che questa biomassa che cresce nello specchio d’acqua a Fimon, a fine estate finisce per depositarsi nel fondo e lo sta innalzando di anno in anno di circa un centimetro. L’obiettivo dell’intervento quindi era principalmente quello di cercare di rallentare questo processo, perché il lago è un bene naturale e culturale importante, ma ha un ecosistema estremamente delicato e quindi bisogna intervenire in maniera attenta e mirata». Definito quindi il periodo dello sfalcio e con il mezzo anfibio a disposizione per l’intervento, acquistato con i fondi della Regione Veneto e del consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta, per un totale di oltre 100 mila euro di spesa, non è stata però ancora programmata alcuna pulizia né manutenzione per il 2018. Questo perché se in fase di studio la ricerca, e il taglio della pianta, ha interessato una piccola parte del lago, una sorta di area sperimentale, realizzarlo in tutto lo specchio d’acqua significherebbe estendere l’intervento a circa 60 ettari, con costi di decine di migliaia di euro e il passaggio di competenze da Provincia a Regione ha lasciato tutto in stand-by. «Come amministrazione mi aspetto che sia il consorzio di bonifica a procedere - dice il sindaco Paolo Pellizzari – e che inserisca annualmente nelle attività ordinarie la pulizia e lo sfalcio del lago di Fimon. La Regione, che ha competenza sullo specchio d’acqua, ha finanziato per buona parte l’acquisto del mezzo anfibio proprio per la manutenzione del lago e quindi ha fatto la sua parte». «Non potrà certo essere il Comune a farsi carico della spesa – aggiunge l’assessore all’ambiente Gino Bedin – noi abbiamo avuto dalla Provincia anche per il 2018 dei contributi per la manutenzione e la valorizzazione del lago di Fimon e riusciamo a gestire altre competenze, ma non possiamo affrontare anche questa. Mi auguro che Regione e consorzio di bonifica abbiano risorse e mezzi per far fronte al contenimento della pianta». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

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