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Pugni e calci alla moglie Ai servizi sociali per 5 mesi

Un’aula del tribunale. ARCHIVIO
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Un anno e 5 mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena se l’imputato farà volontariato per 5 mesi. È la condanna inflitta dal giudice a Marian Pupaza, romeno di 41 anni, che abita a Caldogno. I fatti contestati all’imputato, difeso in tribunale dall’avvocato Diego Castelli, si erano verificati a Caldogno dal febbraio del 2010 al 19 luglio del 2012. In quel periodo lo straniero era diventato l’incubo della coniuge Ana, di 30 anni. L’aggrediva sia fisicamente che verbalmente «assumendo abitualmente atti di prevaricazione» arrivando a provocarle alcune lesioni. In una circostanza, che si è verificata il 24 giugno del 2012, Pupaza era andato su tutte le furie perché la moglie aveva spostato il certificato di matrimonio. Il marito, fuori di sé, l’aveva picchiata selvaggiamente e le aveva tirato un pugno talmente potente da farla svenire. La vittima era poi stata visitata al pronto soccorso dell’ospedale, dove le erano stati diagnosticati un trauma cranico, diverse contusioni e alcune escoriazioni; alla donna era stata assegnata una prognosi di quindici giorni. Il 19 luglio dello stesso anno, durante l’ennesima discussione per futili motivi scoppiata in casa, Pupaza aveva invece spinto con violenza la donna contro lo spigolo di un muro. Anche quella volta lei era andata al pronto soccorso ed era poi stata dimessa con una prognosi iniziale di otto giorni. Il terzo episodio che veniva contestato all’imputato è invece stato estinto dalla prescrizione. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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