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Torri di Quartesolo

La discarica
abusiva in mano
ai nomadi

L’ex canile è diventato anche il cimitero degli estintori. FOTO MARINI
L’ex canile è diventato anche il cimitero degli estintori. FOTO MARINI
Marola, ex canile discarica abusiva (Marini)

Qualcuno l'ha già ribattezzato “il cimitero degli estintori”, il soprannome che qualche cittadino di Torri ha affibbiato all'area adiacente all'ex canile di via Tribolo, nella frazione di Marola, tristemente famosa ormai per essere diventata a tutti gli effetti una discarica a cielo aperto, dove nelle ultime settimane sono apparsi tra i cumuli di rifiuti, una ventina di grossi estintori industriali abbandonati. A distanza di un anno dalle prime denunce fatte, nulla è però cambiato. Il vero problema è rappresentato dall'area adiacente alla struttura: uno spiazzo situato tra l'argine del Tesina e l'ex canile, con il Tribolo che scorre silenzioso a pochi passi. Un'area che oggi sembra appartenere alla "terra dei fuochi" campana, piuttosto che al territorio vicentino.

Lo spiazzo è di proprietà della famiglia rom degli Halilovic, più precisamente dei due fratelli Bairo e Mohamed, il primo residente con i familiari nel campo nomadi di via Savona, a Torri, il secondo attualmente in carcere al San Pio X, che una quindicina d'anni hanno regolarmente acquistato il terreno da un privato. Da allora l'area è diventata una sorta di magazzino a cielo aperto: sembra infatti che i nomadi la usino per lo stoccaggio e la lavorazione dei rifiuti. Frigoriferi, secchi, bidoni, rottami di ferro, indumenti, mobilio, la quantità di materiale accumulato in quelle poche centinaia di metri quadrati è impressionante. Tra i rifiuti, alcuni visibilmente recenti, altri invece segnati dal logorio del tempo, non mancano anche segni di roghi e bruciature, segno che parte del materiale, delle volte, viene anche dato alle fiamme, con il conseguente impatto negativo a livello ambientale. Impossibile non notare poi i giacigli formati da materassi anneriti, coperte sudice e sedie traballanti, a testimoniare che in quella zona qualcuno ha bivaccato per più giorni.

Tra i numerosissimi oggetti abbandonati nell'area, gli ultimi arrivati sembrano proprio i già citati estintori. Spuntati come funghi dal giorno alla notte, sono stati subito notati da alcuni passanti che abitualmente percorrono l'argine del Tesina per andare a correre. Diciassette in tutto, i cilindri di metallo color rosso fiammante sono pieni, scaduti e pesano ciascuno 70 chili, di cui 50 solo di polvere. Il Comune da tempo ha informato la Procura della presenza di una discarica abusiva ma ad oggi non è arrivata una risposta. M.M.

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