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Il parroco aggredito «È stato quell’uomo»

La chiesa  con la vicina canonica dove è avvenuta l’aggressioneIl parroco Sigfrido Crestani
La chiesa con la vicina canonica dove è avvenuta l’aggressioneIl parroco Sigfrido Crestani
La chiesa  con la vicina canonica dove è avvenuta l’aggressioneIl parroco Sigfrido Crestani
La chiesa con la vicina canonica dove è avvenuta l’aggressioneIl parroco Sigfrido Crestani

È ancora un po’ sottosopra per quanto è accaduto e anche per una notorietà non voluta, per un uomo schivo e discreto come don Sigfrido Crestani, che ama spesso il motto di spirito per relativizzare anche le situazioni più difficili. Riguardo ai fatti dell’aggressione subita venerdì notte, ribadisce che il responsabile è quel soggetto che ha indicato ai carabinieri. «Se ora si afferma che da due mesi è in Inghilterra - sottolinea don Sigfrido - nulla impedisce che in questi giorni possa essere ritornato. Anche perchè io l’ho riconosciuto e altri parrocchiani mi hanno confermato di averlo visto a Longare in questi giorni. Comunque su questo stanno indagando i carabinieri». È un po’ penoso per don Sigfrido continuare ad andare all’aggressione subita ma comunque precisa di nuovo quanto è accaduto. «Sono fatti che non dovrebbero succedere ma il grano e la zizzania ci sono sempre stati – sottolinea con evangelica inspirazione -. Quella notte, prima dell’aggressione, dalla mia stanza il tipo appena entrato mi aveva rubato il telefonino, prima aveva frugato anche nello studio a piano terra rubando quelle poche monete che c’erano ed ho visto che è scomparso anche il computerino per la misurazione della glicemia. Poi io ho ritrovato il telefonino nella cassetta delle lettere, evidentemente ha capito che quella poteva essere una traccia di individuazione. Quel che mi è successo è evidente. L’importante – conclude con una nuova sentenza evangelica – che con le indagini vinca la luce sulle tenebre». • A.MAZ. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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