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Il paese “cavia” ora si oppone al 5G

Un ripetitore per la telefonia: tema molto dibattuto in vista dell’arrivo del 5G. ARCHIVIO
Un ripetitore per la telefonia: tema molto dibattuto in vista dell’arrivo del 5G. ARCHIVIO
Un ripetitore per la telefonia: tema molto dibattuto in vista dell’arrivo del 5G. ARCHIVIO
Un ripetitore per la telefonia: tema molto dibattuto in vista dell’arrivo del 5G. ARCHIVIO

Le nuove tecnologie permettono di compiere incredibili passi in avanti, ma generano perplessità e cautela, tra favorevoli e contrari, paure e opportunità. Il Comune di Gambugliano dice “no” alla tecnologia 5G e si prepara ad adottare una mozione per negare l’autorizzazione a procedere agli enti gestori dando parere negativo riguardo l’estensione sul territorio comunale del sistema e promuovendo soluzioni a basso impatto ambientale e sanitario. Il Comune si impegna, altresì, ad astenersi dall’autorizzare e dare esecuzione a progetti relativi a nuove tecnologie che possano condurre ad un aggravamento delle condizioni di insalubrità ambientale. Sono stati, infatti, sollevati dubbi sulle eventuali conseguenze sulla salute del nuovo standard hi-tech delle telecomunicazioni. Nel Vicentino, gli aggiudicatari delle frequenze del 5G sono obbligati ad installarlo nei comuni di Gambugliano, Laghi (a sua volta contrario) e San Germano dei Berici, frazione di Val Liona che rientrano tra i 120 piccoli comuni italiani con obbligo di copertura da parte degli operatori aggiudicatari assieme ai grandi centri. «In nome del principio di precauzione - precisa il sindaco Matteo Forlin -, non daremo l’autorizzazione finché non mi comunicheranno che il 5G non è pericoloso. Non sono state compiute sufficienti ricerche e non intendiamo affidarci ad una tecnologia sconosciuta, che potrebbe avere effetti dannosi sulla salute». In definitiva, fino a quando non saranno chiariti i rischi per la salute dei cittadini, non vi sarà alcuna autorizzazione. Per questo il Comune ritiene necessario avere una valutazione preliminare sull’impatto e prendere in considerazione i rischi attribuibili a tale intervento prima che sia realizzato. Un ragionamento che si motiva sulla base del “principio di precauzione” secondo il quale è raccomandato condurre, prima dell’introduzione di una nuova tecnologia potenzialmente nociva, una ricerca sufficientemente lunga, tale da evidenziare effetti di tossicità. Come si legge nella mozione “le radiofrequenze del 5G sono del tutto inesplorate, mancando qualsiasi studio preliminare sulla valutazione del rischio sanitario e per l’ecosistema”. Con questa mozione il Consiglio impegna sindaco e giunta ad adottare l’ordinanza, in attesa della Scia da parte del gestore telefonico. Nel frattempo il sindaco si impegna a fare un piano di localizzazione delle antenne per minimizzare l’esposizione dei cittadini. La mozione cita il caso del comune tedesco di Ravensburg, che ha predisposto la creazione di zone senza il 5G a tutela dei cittadini con problemi di elettrosensibilità. Alla luce di questa scelta, si evidenzia che “un oramai considerevole numero di studi medico-scientifici internazionali ritiene l’elettrosmog una causa di malesseri e patologie che variano da un livello medio ad uno grave come mal di testa, nausea, perdita di concentrazione e memoria, disturbi dell’umore e cardiaci sino a tumori”. La mozione è stata inviata, tra gli altri, al Presidente della Regione Veneto, al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Salute e al Ministro dello Sviluppo Economico. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Laura Guarducci

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