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Il gassificatore “scalda” il Consiglio

Una nuova caldaia, più moderna e meno inquinante, ma non a gpl. È la soluzione proposta dalla ditta Profilegno di Valproto, intenzionata a chiedere una modifica all’ordinanza del Tar del 2017, perché i costi di funzionamento per una caldaia a gpl sarebbero insostenibili per l’azienda. Della ditta di Quinto Vicentino, specializzata nella produzione di pavimenti in legno, e dei suoi impianti, si è tornati a parlare nell’ultimo consiglio comunale di Torri di Quartesolo. Il sindaco Diego Marchioro, su richiesta di Mauro Fabbiani, consigliere di minoranza di “Rinnovatorri”, ha fatto il punto della situazione su una questione che si trascina ormai dal 2017, tra proteste dei residenti di via Castello (la ditta si trova a confine tra Torri e Quinto), polemiche politiche e ricorsi al Tar. «Come Comune di Torri - ha ricordato il primo cittadino - abbiamo organizzato un incontro in Provincia, a cui hanno partecipato Arpav, Comune di Quinto e i rappresentanti della ditta. Il verbale di questa riunione, impone all’azienda di comunicare ai Comuni e alla Provincia, un calendario delle accensioni e degli spegnimenti dell’impianto». Tanto interesse è una conseguenza dell’attivazione da parte della ditta del tanto discusso gassificatore che, attualmente, «ci risulta non sia ancora in grado di essere efficace ed efficiente - ha spiegato il sindaco -. L’impianto riesce a restare acceso per qualche giorno, ma poi si verificano regolarmente dei problemi. L’inquinamento non si manifesta quando l’impianto funziona a regime, ma ogni volta che viene avviato». «Rilevazioni di Arpav - ha precisato Marchioro - hanno registrato che, quando l’impianto funziona a regime, ha emissioni molto inferiori ai limiti di legge e potrebbe essere un impianto efficiente e poco inquinante. Se però ci sono continui spegnimenti, come è capitato finora, l’efficacia viene a mancare». Novità anche per quel che riguarda la vecchia caldaia a biomassa, che la Profilegno si era impegnata a sostituire con una a gpl, come riportato in un’ordinanza del Tar pubblicata nel dicembre del 2017. «I costi di funzionamento per una caldaia a gpl sarebbero assolutamente insostenibili per l’azienda - ha continuato Marchioro -. La ditta si è quindi impegnata a fare una richiesta di modifica di quello che era stato previsto nella sentenza del Tar, chiedendo l’installazione di un’altra caldaia, moderna e con tutti i sistemi più attuali, che funzioni però a truciolo. La caldaia vecchia, attualmente in funzione, ha l’avviamento nella preaccensione a gasolio, quella nuova avrà la preaccensione a gas, quindi le emissioni saranno molto inferiori». Perplesso Gian Luigi Ghiotto, esponente del gruppo “Torri nel cuore”, nonché ex amministratore: «Prima di perdere le elezioni eravamo pronti a diffidare la ditta e a non concedere più proroghe per la sostituzione della caldaia - le sue parole -. Quello che ci interessava, e che ci interessa ancora, è proprio la rimozione della vecchia caldaia, perché inquina molto». Conferma l’intenzione di voler sostituire la vecchia caldaia, Nicola Bolcato, titolare della Profilegno: «Le emissioni della vecchia caldaia non hanno mai superato i limiti di legge - ha tuttavia precisato -, ma si tratta comunque di una macchina che ha vent’anni. Abbiamo già presentato richiesta alla conferenza dei servizi per sostituirla con una nuova, più moderna e dotata di una tecnologia sicuramente migliore». «Quanto al gassificatore - conclude Bolcato - stiamo cercando di risolvere i problemi tecnici ed è un lavoro che richiede tempo perché si tratta di un macchinario complesso». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Marco Marini

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