Avrebbe abusato della sua nipote acquisita durante due cene di famiglia. È l’ipotesi avanzata dagli inquirenti a carico di un operaio di 36 anni, che è indagato per violenza sessuale aggravata. Avrebbe infatti costretto a compiere con lui atti sessuali una ragazzina di 15 anni, figlia del compagno di sua sorella, la quale aveva trovato il coraggio di confidarsi con i genitori e con la ginecologa solamente qualche mese più tardi. La famiglia ha sporto denuncia ed ora è in attesa che venga fissato l’incidente probatorio, durante il quale la presunta vittima potrà rispondere alle domande del giudice Mantovani, del pubblico ministero Carunchio e del difensore dello zio, ricostruendo - mediata da una terapeuta - quanto sarebbe avvenuto in casa dell’indagato, che abita con i genitori pensionati.
I fatti contestati sarebbero avvenuti nello scorso mese di aprile ad Altavilla. La studentessa è figlia di primo letto del cognato acquisito dell’indagato; abita con la mamma nell’hinterland della città e frequenta un istituto superiore di Vicenza. Però passa diverso tempo con il padre, e con la sua nuova fidanzata, che chiama zia; con lei ha costruito un ottimo rapporto tanto che, in occasione di feste e cene organizzate dalla famiglia di lei, è solita partecipare. Nel tempo aveva stretto una buona sintonia anche con l’operaio, che chiama zio: si tratta di una persona con alcuni problemi, che dopo una lunga esperienza all'estero è tornata in Italia dove vive grazie ad alcuni lavoretti.
In precedenti occasioni, come la ragazzina ha raccontato in questura dove si è presentata accompagnata dai genitori, si era trattenuta spesso a chiacchierare con l'uomo, che l’ha aiutata con i compiti scolastici di inglese, e ad ascoltare musica nella camera da letto dello zio.
Così era avvenuto anche in occasione di una festa in famiglia, all’inizio di aprile 2021. I due si erano appartati dopo il caffè e lo zio aveva fatto partire alcune canzoni per farle sentire alla studentessa. In camera, però, l’operaio avrebbe anche obbligato la giovane a spogliarsi e obbligata a subire abusi. Lei non era riuscita ad opporsi; vergognandosi, non ne aveva fatto parola con alcuno.
La medesima scena era avvenuta qualche settimana dopo, ma la quindicenne, dopo i primi approcci da codice penale dello zio, si sarebbe divincolata, tornando in taverna con gli altri parenti.
Fra maggio e giugno la ragazzina aveva avuto alcuni problemi di salute e, d’intesa con la mamma, aveva prenotato una visita dalla ginecologa. Prima dell’appuntamento, però, aveva voluto parlare con i suoi genitori assieme ed aveva raccontato loro del comportamento dello zio, che dalla seconda occasione non aveva più incontrato. «Non voglio vederlo più», aveva riferito a mamma e papà. Analoga confessione aveva fatto al medico, che aveva invitato i genitori a sporgere denuncia contro il parente, come poi è avvenuto. Ora la studentessa dovrà riferire agli inquirenti cosa è accaduto in quella camera di Altavilla; in un secondo momento l'uomo avrà occasione di difendersi.