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Monteviale

Gli alpini tornano alla baita. «Fine di una brutta storia»

Festa molto partecipata ieri alla cerimonia di riconsegna della baita agli alpini di Monteviale (Foto BRUN)
Festa molto partecipata ieri alla cerimonia di riconsegna della baita agli alpini di Monteviale (Foto BRUN)
Festa molto partecipata ieri alla cerimonia di riconsegna della baita agli alpini di Monteviale (Foto BRUN)
Festa molto partecipata ieri alla cerimonia di riconsegna della baita agli alpini di Monteviale (Foto BRUN)

Strade deserte e nemmeno un parcheggio libero. Si presentava così Monteviale alle tre di ieri pomeriggio. Il motivo è presto detto: bastava seguire le note dell’inno di Mameli per lasciarsi trasportare fino al parco nel quale sorge baita degli alpini, dove una schiera di penne nere arrivate da tutta la provincia, alle quali si sono aggiunti parecchi montevialesi, hanno salutato con la cerimonia dell’alzabandiera il ritorno degli alpini nella loro sede. Il vessillo era stato ammainato l’11 gennaio 2020, dopo che il tribunale aveva respinto il ricorso di questi ultimi nei confronti del comune. Ora, dopo più di due anni e con un passaggio di amministrazione, la situazione sembrerebbe essersi risolta con il pagamento di 14.352 euro da parte degli alpini, rateizzati in dieci anni, in cambio dell’uso esclusivo della baita. «Per quanto ci riguarda, la storia è finita – le parole del capogruppo Roberto Cegalin -, e non intendiamo reagire alle provocazioni di chi sta sobillando sui social. Dobbiamo pagare e pagheremo. Noi vogliamo che questa baita torni a essere un centro per la comunità: gli alpini sono a disposizione della popolazione». 
È stato proprio il capogruppo il primo a parlare al pubblico, seguito a ruota da Claudio Cegalin, primo cittadino di Monteviale, che ha sottolineato come così termini «una storia che mai avrebbe dovuto cominciare, tanto più se è una storia che è stata provocata dall’amministrazione comunale». Sindaco che ha poi ricordato il ruolo storico degli alpini nei momenti difficili, annunciando l’arrivo dei primi profughi ucraini a Monteviale. Il microfono è quindi passato nelle mani del presidente della sezione Ana Monte Pasubio di Vicenza, Luciano Cherobin, che ha ringraziato il sindaco Cegalin «per tutte quelle volte che ci siamo ritrovati per cercare di risolvere questa situazione», lodando il profilo basso tenuto dagli alpini di Monteviale. «Con la nuova amministrazione è cambiata la sensibilità verso gli alpini - ha spiegato al Gdv durante il rifresco -, il fatto di conoscere questo mondo particolare, dove vengono coltivati i valori dell’amicizia, della fratellanza e del fatto di essere a servizio del proprio paese. È stata una brutta vicenda, molto diversa da tutte le altre situazioni, nelle quali gli alpini collaborano con le amministrazioni, al di là del partito di appartenenza, perché sanno che rappresentano i cittadini. È una bella giornata, anche perché cade nel centenario della nostra sezione, dove il motto principale è “per la gente e per la gente”. Finalmente possiamo ritrovarci in questa baita, in allegria, per programmare e mettere in piedi tutto ciò che possiamo fare per la gente». Presenti all’evento anche due rappresenti della Regione, i consiglieri leghisti Stefano Giacomin e Milena Cecchetto. «L’abbiamo sofferta – racconta l’ex sindaca di Montecchio Maggiore -, aver visto una vicenda del genere è stato qualcosa di doloroso, parlando da ex amministratrice. Bisogna essere nelle parti per giudicare, ovvio che è stata una cosa strana vista da fuori: stiamo parlando di un’associazione che è sempre in prima linea per aiutare le amministrazioni. Vedendo la felicità della gente nel riaprire il posto credo si sia risolta nel migliore dei modi». 

Francesco Brun

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