<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Gli alpini danno l’altolà Scolari senza Bella ciao

Il gruppo di giovani alunni dello Zanella intervenuti alla cerimoniaUn momento della celebrazione
Il gruppo di giovani alunni dello Zanella intervenuti alla cerimoniaUn momento della celebrazione
Il gruppo di giovani alunni dello Zanella intervenuti alla cerimoniaUn momento della celebrazione
Il gruppo di giovani alunni dello Zanella intervenuti alla cerimoniaUn momento della celebrazione

Per evitare l’insorgere di dissensi non ha voluto che gli alunni della primaria cantassero “Bella ciao” durante l’anniversario della liberazione d'Italia, un canto sul quale si erano esercitati per giorni e giorni. Una decisione che ha suscitato un vivace dibattito, condito anche da toni polemici sui social, all’indomani della festa nazionale celebrata lo scorso 25 aprile a Sandrigo. A trovarsi nell'occhio del ciclone è Domenico Cappozzo, penna nera del gruppo alpini di Sandrigo, cerimoniere durante la festa della Liberazione di giovedì. «Il Comune ha incaricato il mio gruppo di presiedere questa cerimonia. Poco prima dell'inizio sono arrivati una trentina di bambini con le maestre le quali mi hanno comunicato che avrebbero letto delle poesie e cantato “Bella ciao”», spiega Cappozzo. «Non essendo stati informati in anticipo ho dovuto scegliere autonomamente: la mia decisione di non far cantare il brano è legata al fatto che questa canzone ha un evidente indirizzo politico. A mio giudizio, cantandola si sarebbe verificata una strumentalizzazione della festa. Ritengo che “Bella ciao” divida gli animi e le idee, oltre a creare polemiche ben lontane dallo spirito di aggregazione e di buoni rapporti che caratterizza noi alpini. Non faccio parte di partiti politici e mi assumo la responsabilità per quanto accaduto: il 25 aprile è una festa di tutti che deve aggregare, non dividere. Mi sono confrontato con il presidente sezionale Luciano Cherobin il quale ha approvato la mia scelta». Una decisione che non ha però trovato in accordo le docenti: al termine della celebrazione organizzata dal Comune in piazza Marconi, le maestre hanno infatti intonato assieme ai bambini il brano. «L'amministrazione comunale non ha imposto divieti», dichiara l'assessore alla cultura e al sociale Marica Rigon. «Erano presenti una trentina di bambini dell’istituto comprensivo “Giacomo Zanella”, alunni che a scuola hanno preso parte a lezioni di educazione civica, studiano la Costituzione e la storia del nostro paese. Erano emotivamente coinvolti, consapevoli del momento che stavano vivendo e si sono trovati davanti a un divieto al quale non sono riusciti a dare una spiegazione. La scuola sta facendo un grande lavoro per tenere viva la memoria, ricordando quanti hanno perso la vita per la libertà». Nei prossimi giorni il Comune valuterà quanto accaduto per poi confrontarsi con scuola e penne nere. «Sembra quasi che “Bella ciao”, una canzone nata per unire, sia diventata un pretesto per dividerci. Non ha senso declinarla in una corrente politica. Non ci ho trovato niente di male nel riproporlo durante una giornata come quella di giovedì», aggiunge. «La scuola vuole far partecipare i bambini a queste celebrazioni per promuovere la cittadinanza attiva e come amministrazione pensiamo che la presenza degli alunni sia un valore aggiunto». «Durante appuntamenti come questi abbiamo sempre promosso la massima partecipazione e la libertà d'espressione», ribadisce il sindaco Giuliano Stivan. «Le polemiche sorte nei giorni seguenti sono faziose e “Bella ciao” è stata strumentalizzata ad arte per fini politici. Non se lo meritano i cittadini, i bambini e la canzone stessa». Mentre le critiche al veleno riempiono le pagine locali dei social, ieri pomeriggio si è svolta per la prima volta una cerimonia intercomunale - presenziata dalle amministrazioni di Sandrigo, Dueville e Thiene - in via Roma per ricordare i partigiani Giacomo Chilesotti, Giovanni Carli e Attilio Andreetto, trucidati il 27 aprile del 1945 dai nazisti. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Marco Billo

Suggerimenti