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Genitori “tassisti” Così lo scuolabus è già in pensione

Alla scuola elementare di Quinto c’è anche un’area parcheggio riservata al car pooling.  FOTOSERVIZIO  TROGU
Alla scuola elementare di Quinto c’è anche un’area parcheggio riservata al car pooling. FOTOSERVIZIO TROGU
Alla scuola elementare di Quinto c’è anche un’area parcheggio riservata al car pooling.  FOTOSERVIZIO  TROGU
Alla scuola elementare di Quinto c’è anche un’area parcheggio riservata al car pooling. FOTOSERVIZIO TROGU

Ogni mattina a Lanzè una mamma si sveglia e sa che deve accompagnare a scuola altri tre bambini, oltre ai suoi figli. Ogni mattina a Lanzé non importa quanti bambini devi accompagnare a scuola: l'importante è farlo con il “car pooling”, il sistema di passaggi in auto che a Quinto Vicentino ha soppiantato lo scuolabus. La mamma in questione ha un nome, si chiama Romina Gonzato ed è una dei 25 genitori-autisti che ogni mattina accompagnano a scuola 87 bambini e ragazzi, tra elementari e medie. Quando nel 2015 il servizio scuolabus è stato abolito, tra non poche proteste, trasportava una quarantina di bambini e serviva solo le elementari. «Siamo stati costretti ad aderire al car pooling, alternative non ce n’erano - racconta Gonzato -. Alla fine, però, l’abolizione dello scuolabus è stata indolore. L’esperienza è molto positiva anche dal punto di vista educativo, perché i bambini sono costretti a rispettare gli orari per non fare aspettare gli altri. E molte altre famiglie potrebbero essere coinvolte». A gestire il tutto è una società privata, Agenda 21 consulting srl, che mette in campo esperti di logistica e ingegneria dei trasporti. «Dal punto di vista ingegneristico non c’è niente di più facile che gestire il flusso dei viaggi per portare i figli a scuola - spiega Simone Dalla Libera, ingegnere trasportista -. L’orario è lo stesso, la partenza e la destinazione sono gli stessi e i tragitti sono brevi». Agenda 21 organizza gli autisti, forma gli equipaggi in base al percorso (17 gli equipaggi delle elementari, 15 quelli delle medie) e si occupa di monitorare il buon funzionamento del servizio. «Sembra la cosa più semplice del mondo, ma non né così - commenta Dalla Libera -. “Purtroppo” ci vuole un’azienda che contatti i genitori perché non siamo più abituati a parlarci. In questo ci sentiamo una sorta di “animatori di comunità”, andiamo casa per casa. E spesso mettiamo in contatto tra di loro vicini che non si erano mai parlati prima». In genere gli autisti si danno il cambio tra andata e ritorno, «ma può capitare che un genitore faccia due giri - spiega Dalla Libera -, in quel caso Agenda 21 gestisce una sorta di rimborso spese», anche se, afferma il sindaco di Quinto Renzo Segato «so che molti preferiscono uscire a mangiare una pizza insieme piuttosto che ricevere il rimborso. In questo senso il progetto sviluppa una socialità, anche per questo ci crediamo molto. Per non parlare dei costi per le casse comunali: 9 mila euro l’anno. Lo scuolabus era diventato proibitivo. Ne avevamo due, uno ci costava 30 mila euro l’anno, l’altro 15 mila. Il servizio riguardava solo le elementari e con le rette delle famiglie, oltre 200 euro, coprivamo solo il 20% della spesa». Unica pecca, il parcheggio della scuola media: «Lo spazio è poco - rileva la mamma autista -, ma andrebbe creata una zona riservata al car pooling». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Andrea Frison

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