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Torri di Quartesolo

Coppia di 90enni al Cammino di Santiago. «Lì, si trova l’anima»

Una foto di Pietro Morisani e Livia Todesco mentre festeggiano sorridenti
Una foto di Pietro Morisani e Livia Todesco mentre festeggiano sorridenti
Una foto di Pietro Morisani e Livia Todesco mentre festeggiano sorridenti
Una foto di Pietro Morisani e Livia Todesco mentre festeggiano sorridenti

Oltre sessantamila chilometri in due. A piedi o di corsa. In una vita. Lunga. I coniugi Pietro Morisani, 98 anni, già stimato medico condotto di Torri di Quartesolo e Livia Todesco, 92 anni, hanno formato nel tempo una coppia ben consolidata e conosciuta soprattutto nel mondo delle maratone e ultra maratone.  Fino a quattro anni fa, dopo aver accumulato la bellezza di 60 mila chilometri nelle marce non competitive, dove Morisani è stato anche medico ufficiale della Fiasp di Vicenza, l’inossidabile coppia di marciatori è riuscita a portare a termine il Cammino di Santiago de Compostela per otto anni consecutivi: sperimentando la fatica e ritrovando, in quella fatica e nel rapporto con gli altri pellegrini, un pezzo della propria anima.

Il richiamo. «La passione per le camminate - racconta Livia, che il prossimo 7 settembre compirà 93 anni - è nata all’inizio degli anni ’70 quando cominciarono le prime marce non competitive. Poi, nel corso degli anni, è maturata la volontà di intraprendere il Cammino di Santiago, un faticoso viaggio a piedi di 800 chilometri, percorrendo lunghi tratti di “solitudine” in zone come la meseta, un vasto altipiano coltivato, o negli immensi territori lungo il Cammino de la Plata, luoghi ideali dove è possibile “ritrovare” la propria anima e progettare un nuovo inizio. Ciò che caratterizza il Cammino di Santiago è quel fascino, quella “magia” inspiegabile che quasi impedisce di cristallizzare in semplici parole il valore di questa esperienza, ricca di episodi semplici, ma allo stesso tempo indimenticabili, durante i quali si incontrano e conoscono moltissimi pellegrini». 

 

Il Cammino. La scelta di percorrere il Cammino è arrivato nel 50° anniversario di nozze. «Abbiamo comprato una guida e di comune accordo ci siamo regalati questo lungo viaggio spirituale - raccontano i coniugi - Il periodo era sempre lo stesso: da metà maggio a metà giugno. Il tutto accompagnato da due zaini di dieci chili, ottime scarpe da trekking in goretex per evitare la formazione di vesciche ai piedi, un sacco a pelo da mezza stagione e tanta vitalità fisica nelle gambe per affrontare ogni giorno circa trenta chilometri di camminata veloce. Durante il cammino abbiamo conosciuto pellegrini di diverse nazionalità: tedeschi, inglesi, spagnoli, francesi, tutti accomunati dalla stessa voglia di vivere un’esperienza che permettesse a ciascuno di noi di trovare la profondità nel cuore e nell’anima. Poi, ci si adattava a dormire in diversi ostelli o in case padronali trasformate in veri e propri dormitori». 

Il ritiro. Nel 2016, per alcuni problemi legati alla salute, i coniugi Morisani si sono fermati. «Purtroppo viviamo un’età avanzata ed entrambi siamo affetti da patologie di salute molto complesse, che non ci permettono più di continuare a correre o marciare. Inoltre, tre anni fa, abbiamo affrontato il dramma per la morte di nostro figlio Carlo, medico, deceduto per una emorragia cerebrale improvvisa, a soli 65 anni. Un grave lutto che, ancora oggi, non siamo riusciti ad elaborare. Avevamo programmato per il nono anno consecutivo il Cammino di Santiago, ma poi per una serie di motivi familiari, abbiamo rinunciato. Lo stesso problema è accaduto per il Cammino di San Francesco, che ha rappresentato un’altra rinuncia molto sofferta».

 

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