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Bufera sul ritorno dei rom allontanati

L’area con le piazzole destinata ai nomadi si trova all’incrocio tra via Savona e via Longare. M.M.Della vicenda si è discusso ieri sera in Consiglio comunale.   M.M
L’area con le piazzole destinata ai nomadi si trova all’incrocio tra via Savona e via Longare. M.M.Della vicenda si è discusso ieri sera in Consiglio comunale. M.M
L’area con le piazzole destinata ai nomadi si trova all’incrocio tra via Savona e via Longare. M.M.Della vicenda si è discusso ieri sera in Consiglio comunale.   M.M
L’area con le piazzole destinata ai nomadi si trova all’incrocio tra via Savona e via Longare. M.M.Della vicenda si è discusso ieri sera in Consiglio comunale. M.M

Torna nel campo rom di via Savona, la famiglia nomade espulsa poco più di quattro anni fa. Sta scatenato un vespaio di polemiche la scelta dell'Amministrazione comunale (della quale si è discusso ieri sera in Consiglio), di riaprire le porte del campo rom quartesolano alla famiglia di Mohamed Halilovic, a cui era stato revocato il permesso di restare nelle piazzole situate tra via Savona e via Longare, dopo alcuni gravi episodi avvenuti nel 2014. A criticare fortemente la decisione, il gruppo di minoranza Torri nel cuore. Proprio l'allora Amministrazione guidata da Ernesto Ferretto, oggi consigliere del gruppo, non aveva infatti rinnovato la convenzione con la famiglia rom: nel 2014, un blitz al campo di carabinieri e polizia locale, aveva infatti fatto emergere una serie di pesanti irregolarità. Di qui la scelta, da parte dell'allora sindaco Ferretto, di allontanare la famiglia da via Savona. «Il 29 ottobre scorso si è riunita la prima commissione rom - spiega Francesco Fabris, capogruppo di Torri nel cuore -. In quell'occasione il sindaco Marchioro ci ha comunicato che la famiglia di Mohamed era già stata reinserita nel campo. Inizialmente sembrava che fossero solo in tre, invece il 17 dicembre, durante un'altra seduta della commissione, abbiamo scoperto che sono in 13. Nel campo c'era già la famiglia di Bairo, il fratello di Mohamed, ed erano già in 16. Così ora sono in 29». Il gruppo di minoranza critica soprattutto il messaggio che, secondo loro, è stato così dato ai componenti della famiglia rom. «La famiglia di Mohamed fu allontanata perché, nel 2014, emerse che alcuni suoi componenti avevano minacciato il gestore di un cinema. Erano poi emersi altri gravi episodi ed irregolarità». Perplesso, ma comunque favorevole ad una prova, Mauro Fabbiani, capogruppo di minoranza di Rinnovatorri, non presente alle commissioni rom per impegni lavorativi: «L'idea mi vede contrario, anche se sembra che non ci siano alternative. Piuttosto di vedere quella famiglia continuare a girovagare nel territorio, è meglio concederle sei mesi di prova. Vediamo come va. Se si comporteranno male, andranno allontanati di nuovo». Difende con forza la sua scelta, invece, Diego Marchioro: «La soluzione di allontanare la famiglia di Mohamed non ha portato benefici, anzi. L'effetto ottenuto da quella scelta dell’Amministrazione Ferretto, è stato opposto, e lo testimoniano le relazioni della polizia locale. Dopo che sono stati buttati fuori dal campo, la situazione è diventata di instabilità assoluta. Impunità per quello che hanno fatto? Assolutamente no, vogliamo invece che stiano in un posto preciso perché siano più controllabili. Così li vincoliamo di più al rispetto delle regole. Intendiamo anche farli fare dei lavori socialmente utili, a pagamento dei debiti che hanno con il Comune». Non manca, infine, una stoccata rivolta alla minoranza: «Non è con queste polemiche da campagna elettorale che si risolvono i problemi. Noi stiamo lavorando perché queste persone rispettino le regole». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Marco Marini

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