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Armi e droga, tre arresti dell’antimafia

L’operazione è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Venezia. Perquisizioni del RosLa sede della procura generale di Venezia
L’operazione è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Venezia. Perquisizioni del RosLa sede della procura generale di Venezia
L’operazione è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Venezia. Perquisizioni del RosLa sede della procura generale di Venezia
L’operazione è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Venezia. Perquisizioni del RosLa sede della procura generale di Venezia

Droga e armi erano nascoste in casa. A trovarle, ieri mattina, sono stati i carabinieri durante le perquisizioni disposte dalla Direzione distrettuale antimafia nell’ambito di un’indagine sulla criminalità organizzata. Al termine dei blitz i militari hanno portato in carcere i fratelli Domenico e Fortunato Multari, di 23 e 21 anni, e Matteo Pozza, di 28, domiciliati a Orgiano. Gli arrestati verranno interrogati questa mattina dal giudice. Sull’operazione vige il massimo riserbo. Al comando provinciale di via Muggia le bocche sono cucite. È dunque ipotizzabile che le retate scattate contemporaneamente anche in altre zone possano aver portato a reperire ulteriori elementi utili ai magistrati che stanno indagando sulle presunte infiltrazioni della ’ndrangheta in Veneto. Secondo quanto è stato possibile ricostruire, la Dda di Venezia ha delegato le perquisizioni ai carabinieri del Ros e della stazione di Sossano. Nelle abitazioni dei fratelli Multari sono stati recuperati un etto circa di marijuana e una pistola detenuta illegalmente; l’arma risultava infatti intestati a un’altra persona. Anche la perquisizione a casa di Pozza ha consentito ai militari di recuperare un revolver e pressapoco lo stesso quantitativo di sostanza stupefacente. Pure in questo caso si trattava di marijuana. L’arma sequestrata al giovane risulta invece rubata alcuni anni fa fuori regione. I fratelli Multari e Pozza sono stati dunque arrestati in flagranza e accompagnati al carcere Del Papa a San Pio X, dove attendono di essere interrogati dal magistrato. Tutti e tre sono difesi dall’avvocato Alessandro Balbo di Verona. Le perquisizioni di ieri rientrano in un filone di indagine scaturito dall’operazione “Terry”, che risale allo scorso febbraio. In quella occasione erano finite in manette sette persone accusate, a vario titolo, di estorsione, violenza o minaccia per costringere a commettere un reato, trasferimento fraudolento di valori, resistenza a pubblico ufficiale, incendio, minaccia, tentata frode processuale, aggravati dall’essere stati commessi, in alcuni casi, avvalendosi di modalità mafiose. Anche quell’indagine aveva coinvolto alcuni esponenti della famiglia Multari, originaria del Crotonese e ritenuta dagli inquirenti legata alla cosca Grande Aracri. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Valentino Gonzato

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