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Monticello Conte Otto

Muore in ferie in Austria: il Comune rifiuta di seppellirlo perché è in una cassa di zinco

«Il Comune si ostina a non venirmi incontro, adducendo anche ridicole motivazioni di salute pubblica: dopo venti giorni dalla sua morte è una cosa vergognosa non poter seppellire mio padre in terra, secondo le sue volontà». È esasperato Davide Rizzotti, 52 anni, di Bolzano Vicentino, che nella drammatica circostanza della morte del padre Bruno Rizzotti, 82 anni, che viveva a Monticello Conte Otto, si è trovato intrappolato in un assurdo vortice della burocrazia che, a tre settimane dalla tragedia, non gli ha ancora permesso di inumare il genitore. 

Bruno Rizzotti è deceduto la notte del 26 giugno mentre si trovava in villeggiatura con la moglie Elfriede Leimer nel paesino austriaco di Techelsberg am Wörther See, in Carinzia. «Mio padre è andato a dormire e non si è più svegliato. Le sue volontà erano di farsi seppellire in terra vicino a sua madre, nel cimitero di Monticello Conte Otto, paese in cui ha vissuto negli ultimi 35 anni», spiega il figlio Davide. «Dopo la morte lo abbiamo spostato per alcuni giorni nella cella mortuaria dell’ospedale di Klagenfurt e in seguito trasferito nel paese vicentino. Come prevedono le norme, il trasporto della salma dall’estero è stato effettuato in una cassa di zinco». 
E qui si genera il cortocircuito. «Un’ordinanza del sindaco di Monticello del 2003 vieta di mettere in terra le casse di zinco. Lo stesso documento impedisce di aprire la parte in legno per tagliare la cassa metallica o rimuoverla. Perciò una volto giunto a Monticello, non c’è stato modo di procedere con l’inumazione», prosegue sconcertato il figlio. «Il 5 luglio, dopo molte richieste, è stato concesso il trasferimento. Il feretro, però, non è entrato nella cella mortuaria del cimitero, con temperatura controllata, ma in un ufficio. Il necroforo mi ha riferito di non volerla occupare e, fino all’altro ieri, la salma è rimasta al caldo. In tutto ciò, le richieste di colloquio con il sindaco sono sempre state rifiutate: la considero una cosa vergognosa e una grande mancanza di sensibilità, con il Comune che si ostina non venirmi incontro». A Rizzotti non è rimasta altra alternativa che chiedere l’inumazione al suo Comune di residenza, Bolzano Vicentino. «Hanno subito accettato e taglieranno la cassa», conferma. «Non riposerà vicino a sua madre, ma almeno riusciremo a organizzare il funerale». 

Il primo cittadino monticellese, Damiano Ceron, sostiene che «l’ente locale si è subito adoperato per trovare soluzioni. Ogni Comune ha le sue regole e, anche volendo, non avrei potuto cambiare in pochi giorni il regolamento comunale. Abbiamo cercato in tutti i modi di ricevere delle indicazioni sia dalla prefettura che dal medico legale dell’Ulss 8. Risposte che non sono ancora arrivate», ribatte il sindaco. «Non mi sono mai negato ai colloqui. Ho parlato attraverso gli uffici e posso assicurare che la salma è stata trattata con il massimo rispetto».

Marco Billo

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