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Monticello Conte Otto

Anziano morto, dietrofront del Comune. Potrà essere sepolto con la madre

Il cimitero di Monticello Conte Otto
Il cimitero di Monticello Conte Otto
Il cimitero di Monticello Conte Otto
Il cimitero di Monticello Conte Otto

Dietrofront, il pensionato sarà sepolto in terra, come aveva chiesto, vicino a sua madre. Sarà un’ordinanza a risolvere l’impasse che fino a ieri aveva impedito e bloccato per una ventina di giorni l’inumazione di un cittadino di Monticello nel cimitero comunale di via Bosco. Il sindaco Damiano Ceron, dopo essersi confrontato con gli uffici comunali, il segretario, i necrofori e i famigliari del deceduto, ha deciso di superare l’ostacolo normativo, risalente al 2003, che impediva di mettere in terra una bara di zinco e allo stesso tempo di tagliare o rimuovere la parte metallica. 
Una vicenda surreale iniziata dal lutto di Bruno Rizzotti, 82 anni, scomparso nella notte del 26 giugno a causa di un malore mentre si trovava in vacanza con la moglie in Carinzia, nel paese austriaco di Techelsberg am Wörther See. La salma, rimasta per alcuni giorni nella cella mortuaria dell’ospedale di Klagenfurt, il 5 luglio è stata trasferita nel Comune vicentino, rispettando le disposizioni normative e quindi effettuando il trasporto in una cassa in zinco. Una tipologia di feretro che per l’ente locale, però, non è compatibile con la sepoltura a terra richiesta, nelle sue ultime volontà, dall’anziano. «Voleva essere inumato di fianco a sua madre, mia nonna, con cui aveva un forte legame e che aveva accudito negli ultimi anni della sua vita», spiega il figlio della vittima, Davide. «Per giorni mi sono scontrato con il Comune di Monticello, senza riuscire ad arrivare a una soluzione. Per il Comune in cui sono residente, Bolzano Vicentino, non ci sarebbero stati problemi a squarciare la cassa in zinco e interrarla. Ma a Monticello ciò non è possibile». 
O almeno non lo era fino a ieri. Il primo cittadino Ceron, infatti, ha deciso di superare il cortocircuito concedendo quanto richiesto con un’ordinanza. «Ci siamo riuniti per esaminare il caso, cercando di andare incontro ai famigliari del defunto. È emerso che la documentazione identificativa non era completa, ma l’autorità austriaca per lunedì provvederà a inviare quanto manca. Se anche si dovessero verificare ritardi, l’ordinanza permetterà l’inumazione, con cassa in zinco», assicura Ceron. «Questo documento, e le modifiche in materia di regolamento di polizia mortuaria, eviteranno il ripetersi di casi analoghi». 
Lunedì alle 15.30 verranno celebrati i funerali di Rizzotti. «Non in chiesa, ma in cimitero, perché per più di una settimana non mi è stata concessa la cella mortuaria nel camposanto di Monticello. La salma di mio padre non è rimasta in un ambiente a temperatura controllata, ma al caldo. Quindi non sarà possibile celebrare le esequie nella parrocchiale del suo paese. Almeno, verranno rispettate le sue ultime volontà», conclude il figlio. «Voglio chiudere il prima possibile questa assurda, indegna e vergognosa vicenda. Spero che una cosa del genere non accada più a nessuno». 

 

Marco Billo

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