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Annega la pitbull con masso al collo Scatta maximulta

Un esemplare di pitbull, il cane trovato morto nella cava. ARCHIVIO
Un esemplare di pitbull, il cane trovato morto nella cava. ARCHIVIO
Un esemplare di pitbull, il cane trovato morto nella cava. ARCHIVIO
Un esemplare di pitbull, il cane trovato morto nella cava. ARCHIVIO

Era una femmina di pitbull di un anno e mezzo. È stata trovata morta sulla riva di un laghetto artificiale, con il cranio deformato, a causa di una frattura, e una cinghia legata ad una grossa pietra attorno al collo per evitare che riemergesse. Ma con l'abbassamento dell'acqua il corpo del cane, in stato di decomposizione, era stato riportato a riva. A trovarlo, il 9 marzo dell’anno scorso, alcuni volontari dell'Anpa di Thiene assieme agli operai che lavoravano all'interno della cava di via Astico, a Sandrigo. Nei giorni scorsi è diventato definitivo per il proprietario del cane brutalmente ucciso, Antonio Pinna, 33 anni, residente a Lusiana Conco, un decreto penale di condanna firmato dal giudice Massimo Gerace su richiesta del pubblico ministero Maria Elena Pinna: 6 mesi di reclusione, sostituiti da una multa di 6.750 mila euro, con pena sospesa. Il proprietario, assistito dall’avv. Attilio Pinna (nessuno è parente), non si è opposto. LE INDAGINI. Dopo la terribile scoperta, la procura di Vicenza aveva aperto un fascicolo per il reato di uccisione di animali. Le indagini condotte nei mesi successivi dai carabinieri di Sandrigo guidati dal maresciallo Luigi Tapiglia erano state lunghe e accurate. I militari dell'Arma avevano ascoltato tutti i dipendenti e i responsabili della cava; avevano proceduto alla ricerca del microchip sul corpo del cane che ha permesso di portare all’identificazione dell’animale e del suo proprietario. Una relazione richiesta ai veterinari dell’Ulss 8 sul comportamento dei pibull portava ad escludere un allontanamento volontario del cane, visto il forte legame che la razza crea con il nucleo familiare di appartenenza. Pertanto qualcuno lo aveva portato lì. Sono stati anche monitorati i tabulati telefonici intestati al proprietario, per verificarne gli spostamenti nei giorni precedenti al ritrovamento. La cava è isolata, non ci passa nessuno; ma lì Pinna c’era stato. Concluse le indagini, su richiesta della procura, il giudice ha firmato il decreto penale. Pinna avrebbe potuto opporsi e farsi processare, ma i termini sono ormai scaduti. Resta da capire perché ha ucciso in questa maniera la povera bestiola. LA REAZIONE. Soddisfatta Piera Costa, responsabile della Lav di Vicenza, che fa sapere che non si fermerà davanti alla sospensione della pena. «L’associazione valuterà se procedere con una richiesta civile di risarcimento dei danni, in qualità di parte offesa – ha commentato Costa -. Ringrazio la procura di Vicenza, il comandante dei carabinieri di Thiene e la stazione dei carabinieri di Sandrigo, in particolare il maresciallo Silvia Parlante, per l’accuratezza e la tenacia con cui sono state condotte le indagini. Un ringraziamento va anche a Laura Carnevali di Anpa Thiene, prima associazione allertata che ha raggiunto il laghetto della cava, e all’avvocato Matteo Gasparin, difensore della Lav nel procedimento». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Silvia Dal Maso

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