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Alpini di nuovo sconfitti dal Comune

La vicenda della baita vede da tempo contrapposti il gruppo alpini e l’Amministrazione comunale.   ARCHIVIOIl sindaco Elisa Santucci.   ARCHIVIOGli alpini in Consiglio.   ARCHIVIO
La vicenda della baita vede da tempo contrapposti il gruppo alpini e l’Amministrazione comunale. ARCHIVIOIl sindaco Elisa Santucci. ARCHIVIOGli alpini in Consiglio. ARCHIVIO
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La vicenda della baita vede da tempo contrapposti il gruppo alpini e l’Amministrazione comunale. ARCHIVIOIl sindaco Elisa Santucci. ARCHIVIOGli alpini in Consiglio. ARCHIVIO

Sembra essere arrivata ad una conclusione, almeno dal punto di vista giudiziario, la travagliata vicenda della baita del gruppo alpini di Monteviale. Martedì scorso il Tribunale ordinario di Vicenza ha emesso il giudizio sulla quinta e ultima vertenza dell’infinita vicenda legale, respingendo il ricorso presentato dal gruppo alpini di Monteviale e condannandolo a rimborsare le spese giudiziarie al Comune, rigettando tuttavia la richiesta che era stata avanzata da quest’ultimo di ricorrere alla condanna per responsabilità aggravata. La sentenza ribadisce la proprietà comunale della baita, estromettendo il gruppo dell’Associazione nazionale alpini e condannandoli al risarcimento delle spese processuali. «Auspichiamo che questa sia la fine di una vicenda surreale, arrivata ormai al grottesco - commenta l’indomani della sentenza il sindaco Elisa Santucci -. La situazione era arrivata a una tensione insopportabile, anche a livello mediatico. Gli alpini sono arrivati a citarci cinque volte in giudizio, venendo meno peraltro alle regole del loro stesso statuto, e il tribunale ci ha dato per l’ennesima volta ragione, dimostrando che il Comune è sempre stato dalla parte della legge. La sentenza conferma la necessità della firma del comodato d’uso, un contratto che gli alpini si sono sempre rifiutati di firmare, preferendo invece procedere per le vie legali, con il risultato di un drammatico sperpero di denaro pubblico che ora dovranno rimborsare, una cifra che, tra una cosa e l’altra, supera i diecimila euro». Nonostante il tribunale si sia espresso una volta per tutte, il rapporto tra l’Amministrazione comunale e il gruppo delle penne nere dell’Ana sembra essersi compromesso irreversibilmente, e appare davvero difficile che si possa riuscire a ritornare ad una situazione distesa. «La sentenza ha confermato che la sede è sempre stata e resta del Comune, che deciderà come meglio utilizzarla - riprende il primo cittadino - Noi vogliamo mettere la parola fine alla vicenda, e auspichiamo che gli alpini riescano a decidersi una volta per tutte ed avanzino una proposta, che siamo pronti a prendere in considerazione e a discutere». Clima di rassegnazione tra gli alpini, rappresentati dal capogruppo di Monteviale Roberto Cegalin. «Ce l’aspettavamo - spiega il capogruppo - il giudice che ha chiuso l’ultima udienza era lo stesso che ha aperto la prima, e comunque sapevamo della grave lacuna del comodato uso. Noi alpini abbiamo fatto tutto il possibile per risolvere la situazione, la grande colpa va ricercata nella negligenza delle Amministrazioni comunali precedenti. L’unica consolazione sta nel fatto che siano state rigettate le due richieste del Comune. Non mi esprimo sulla decisione che prenderemo: tra qualche giorno ci riuniremo insieme all’Ana della sezione “Monte Pasubio” di Vicenza per capire come muoverci. L’intenzione sarebbe comunque quella di rimanere a Monteviale, e vedremo se si riuscirà ad arrivare ad un’intesa con l’Amministrazione comunale. Resta il rammarico ed il dispiacere per questa vicenda, soprattutto dal punto di vista umano». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Francesco Brun

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