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Violenze in famiglia causate da alcol e crisi economica

Più denunce per violenzae in famiglia: aumenta la consapevolezza
Più denunce per violenzae in famiglia: aumenta la consapevolezza
Più denunce per violenzae in famiglia: aumenta la consapevolezza
Più denunce per violenzae in famiglia: aumenta la consapevolezza

Archiviato San Valentino, i cioccolatini a forma di cuore e le rose, non passano i lividi legati alle violenze familiari che portano alle cosiddette procedure di “codice rosso” da parte di forze dell’ordine e rete di assistenza. Sono infatti 35 i casi seguiti dagli agenti del commissariato cittadino solo dall’inizio dell’anno. Praticamente uno al giorno, un dato decisamente preoccupante. Quanto emerge dalle denunce evidenzia una sempre maggiore consapevolezza da parte delle vittime sull’opportunità di cercare aiuto per abusi che prima invece tendevani a considerare in qualche modo “normali”o comunque accettabili, sopportabili. Forse la mentalità sta cambiando, grazie alla rete di sostegno immediato e a norme sempre più stringenti che dettano tempi di indagine immediati. Ma molto resta da fare. I NUMERI. Tra i casi di violenze negli atti su cui stanno lavorando gli agenti del vicequestore Elena Peruffo, la maggior parte hanno per vittime donne dai 25 ai 40 anni, appartenenti a ceti sociali diversificati. Solo il dieci per cento riguarda vittime straniere, tutte di nazionalità marocchina, perché maggiormente integrate nel tessuto sociale locale, spesso con una fonte di reddito che le rende indipendenti, quindi maggiormente forti nella rivendicazione dei loro diritti e autonomia relazionale rispetto ad altre etnie. Le denunce sono in aumento, ma questo è legato anche a una rete di sostegno che si conferma sempre più efficace e quindi permette alle vittime di trovare il coraggio per rompere il silenzio, nella consapevolezza che non saranno lasciate sole. Tutto questo fino a qualche anno fa non era percepito e infatti molti dei “codici rossi” emersi oggi riguardano la somma di violenze perpetrate nel tempo, spesso da anni. «Le vittime - spiega il vicequestore Peruffo - erano abituate apensare che uno spintone, una sberla, gli insulti ripetuti non fossero vere e proprie violenze, ma episodi isolati che si dovevano tollerare. Niente di più sbagliato e pericoloso. E’ fondamentale prendere provvedimenti immediati, anche solo attraverso la segnalazione o il referto medico: il 20 per cento dei codici rossi che abbiamo seguito arrivano proprio dai referti del Pronto soccorso, dove sono evidenziate le lesioni generate da maltrattamenti». LE CAUSE. Abuso di alcol e difficoltà economiche sono i principali inneschi delle violenze. Quasi tre casi su quattro sono frutto della perdita di controllo generata dall’alcol: «E’ una piaga nella piaga - continua la dottoressa Peruffo - che purtroppo riguarda entrambi i sessi. Interveniamo anche in violenze che hanno per vittime uomini vessati da mogli-padrone ubriache». Quanto alla crisi economica, diverse coppie sono state costrette a restare insieme per non dover far fronte alle spese della separazione. Queste convivenze forzate spesso innescano violenze familiari, che possono emergere anche dopo diverso tempo, a volte quando è troppo tardi per sanare le situazioni. Due casi di maltrattamenti familiari, infine, hanno riguardato minorenni. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Francesca Cavedagna

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