ROSÀ/ROMANO. Ermenegildo Lando, 70 anni, ex assessore del comune di Rosà, è stato rinviato a giudizio per violenza sessuale nella forma attenuata delle molestie e stalking. Comportamenti che l’imputato, difeso dall’avvocato Giuseppe Padovan, avrebbe tenuto nei confronti di un’infermiera della casa di riposo di Romano d’Ezzelino di cui Lando all’epoca dei fatti a cui fa riferimento l’inchiesta (tra la primavera 2014 e l’inizio 2015) era ex coordinatore.
Il pensionato, residente a Rosà, era già finito davanti al giudice per l’udienza preliminare una prima volta, due anni fa, ma in quell’occasione vennero commessi due errori. Il gup si dimenticò di separare i fatti dello stalking cosicché quando iniziò a gennaio il processo l’avvocato Padovan ebbe gioco facile a sollevare l’eccezione di “indeterminatezza del capo d’imputazione” perché rendeva obiettivamente difficile la difesa.
Il secondo invece avvenne da parte del giudice del dibattimento che anziché accogliere l’eccezione e restituire gli atti al gup per fissare una nuova udienza preliminare, decise in maniera “abnorme” - così scrive la Cassazione - di restituire gli atti addirittura al pubblico ministero per fargli iniziare di nuovo l’azione penale.L’ufficio del procuratore Cappelleri fece ricorso in Cassazione e la terza sezione presieduta da Aldo Aceto lo accolse.
Annullata l’ordinanza del tribunale, l’udienza preliminare è quindi ripartita.