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Dopo la tragedia di Bassano

Veleno online, altri due morti. Il papà di Matteo: «Tuteliamo i giovani dal web»

Non solo Matteo. Il terribile dramma avvenuto in via del Brolo a Bassano presenta inquietanti analogie con altre due tragedie. Sono avvenute nei mesi scorsi a Roma e a Latina: Fabio e Paolo, entrambi di 19 anni, sono morti dopo aver assunto nitrito di sodio, una sostanza di libera vendita, che se ingerita in quantità causa il decesso in pochi minuti. Nella Capitale, sono state avviate due inchieste per istigazione al suicidio: il sospetto è che le giovanissime vittime fossero state indotte al gesto da qualcuno. Un'ipotesi che la famiglia di Matteo smentisce per il brillante studente dell'istituto Fermi di Bassano. Quello che è certo è che tutti e tre i ragazzi avevano letto, partecipandovi, una chat presente su un portale internet, in cui avevano trovato informazioni sugli effetti del nitrito e su dove procurarselo.

«I giovani non hanno tutti gli strumenti necessari, vanno tutelati quando entrato su internet», è l'appello di Alessandro, il papà di Matteo. Intanto i carabinieri ieri sono tornati nell'abitazione di famiglia ed hanno acquisito quanto restava della confezione di sostanza acquistata dallo studente via web oltre oltre a copia del materiale contenuto nel computer e nel telefonino. Non è escluso che il pubblico ministero Gianni Pipeschi, che ha avviato un'indagine sulla morte, vi dia una decisa accelerata.

 

ANALOGIE. Le similitudini tra i tre suicidi ci sono. Ne è convinto anche il papà di Matteo. «È vero: purtroppo le analogie con i casi di Roma e la morte di mio figlio ci sono, e sono diverse - spiega papà Alessandro - Partiamo dal nitrito di sodio: Matteo l'ha cercato e acquistato in internet. Sempre in rete ha trovato le informazioni che gli servivano per essere sicuro di raggiungere il suo terribile obiettivo, nel modo che aveva pensato. Ma c'è di molto peggio: sul web ha trovato un portale dove si comunica con messaggi, che è specializzato sul tema del suicidio. Ci si trovano discussioni su come farlo. Lì ci sono persone che danno pure consigli. Abbiamo trovato anche questo nel suo pc. Credo sia aberrante che il web consenta la presenza di queste pagine. Poi c'è la questione dell'isolamento legato alla pandemia. Non solo quello dettato dalla frequenza scolastica a distanza, ma proprio la privazione del confronto o della semplice uscita tra amici imposta ai giovani, che per questo hanno pagato e stanno pagando un caro prezzo, purtroppo non sempre palesato nella drammaticità dei suoi effetti interiori. Capiamoci: non sto dicendo che senza internet e senza Covid mio figlio non si sarebbe tolto la vita, credo che alla fine forse lo avrebbe fatto comunque, ma di sicuro trovare "appoggio" da una rete che non solo ti fornisce gli strumenti ma li fa diventare pure "normali" l'ha aiutato a convincersi che normale o giusto lo fosse davvero».

 

TUTELA. «Credo che la carta di identità digitale dovrebbe diventare legge - propone Alessandro -: penso che nessuno dovrebbe avere la possibilità di connettersi ad internet senza prima dimostrare esattamente chi è e che cosa fa. Solo così sarebbe possibile far pagare a tutti il conto delle cose che dicono o scrivono magari sotto falso nome. Non sarebbe la soluzione, ma dovrebbe essere un inizio incontestabile». Un modo per tutelare tutti, non solo i ragazzi.

 

IL DIARIO. Ma alla base della scelta di Matteo c'era un profondo percorso introspettivo, potenziato - nel senso purtroppo più deleterio - da grandi doti dello studente: l'intelligenza, la sensibilità e la curiosità. «Nelle sue letture mio figlio è arrivato ad avere una visione nichilista dell'esistenza - spiega ancora papà Alessandro - È impossibile riassumere in poche parole tutto il significato del percorso trovato nelle decine di pagine del suo diario. Ma volendo ridurre tutto ad un concetto, si può dire che Matteo era arrivato a credere che la vita e la morte fossero la stessa cosa, che non avessero differenze. In questo è stato condizionato da alcuni filosofi, che ha citato pure nel suo messaggio di addio. Non ne aveva mai parlato con nessuno, nemmeno con il suo migliore amico. Matteo era un ragazzo davvero straordinario. Era il figlio che avevo sempre desiderato, e che ho avuto il privilegio di avere».

 

IL FUNERALE. La procura ha rilasciato il nullaosta che ha permesso ai famigliari di fissare la data dei funerali, organizzati per lunedì alle 15 nel campo di atletica di Santa Croce, per consentire ai tanti amici di essere presenti all'ultimo saluto a Matteo. Nell'epigrafe è riportata una frase: "Il silenzio è la parola nei momenti di grave dolore. La parola è il tentativo del cuore di esprimersi".

 

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Diego Neri e Francesca Cavedagna

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