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Vaia, lotta ai dissesti idrogeologici

Un momento del tavolo tecnico all’Unione montana Un bosco devastato dalla tempesta Vaia
Un momento del tavolo tecnico all’Unione montana Un bosco devastato dalla tempesta Vaia
Un momento del tavolo tecnico all’Unione montana Un bosco devastato dalla tempesta Vaia
Un momento del tavolo tecnico all’Unione montana Un bosco devastato dalla tempesta Vaia

Nuovo tavolo tecnico sulla gestione post Vaia all’Unione montana dei Sette Comuni, alla presenza anche del direttore del settore foreste della Regione Veneto, nonchè soggetto attuatore per il ripristino ambientale e forestale, Gianmaria Sommavilla, che fin dalle prime parole ha ribaltato le priorità finora ritenute consolidate. «Bisogna assolutamente che vi concentriate sulla prevenzione dei dissesti idrogeologici, molto più importanti che la ricomposizione forestale», le parole del funzionario. L’incontro, che ha visto la presenza di tutti i Comuni, del direttore di Avepa nonchè soggetto attuatore per il rilievo e le opere agricolo-forestali Fabrizio Stella e del comandante regionale dei carabinieri forestali Alberto Piccin, è stato preceduto da un incontro preparatorio in municipio a Roana dove sono state illustrate le preoccupazioni e la situazione attuale. Giunto in Unione montana, Sommavilla ha poi spiazzatogli amministratori locali. «È comprensibile l’urgenza con la quale i Comuni hanno provveduto all’esbosco e ora lavorano ai progetti di ripristino. Però si stanno trascurando i pericoli del dissesto idrogeologico. Sono certamente meno visibili e parlano meno alla pancia della gente però sono i dissesti a fare i danni più gravi e a provocare i morti. Tant’è che nel piano degli interventi regionale 2020–2021 ci sarà grande attenzione alle opere di stabilizzazione idrogeologica: consiglio di porre la massima attenzione a torrenti e condotte di regimazione delle acque con una visione lungimirante. Le previsioni climatiche segnalano che le piogge saranno sempre più intense: è il nostro dovere evitare nuove frane, crolli, inondazioni». Quella che sembrava la priorità assoluta, la ricomposizione del territorio con l’eliminazione delle ceppaie e l’individuazione delle aree dove sostituire gli alberi abbattuti, potrà quindi aspettare. «Lasciando all’Università di Padova il tempo per elaborare una progettazione di ripristino e di miglioramento che aumenti la resilienza e la biodiversità ed evitando così errori dettati dalla fretta e dalla trepidazione», l’invito di Sommavilla. «Per quanto riguarda i futuri piani forestali di taglio – conclude – evitare spese inutili: il bostrico farà più danni di Vaia quindi di alberi da tagliare ne avrete in abbondanza per anni. Piuttosto stilate una lista di strade silvopastoriali necessarie per accedere alle zone boschive più lontane, che con l’esperienza di Vaia hanno dimostrato la loro utilità». Vaia ha anche fatto emergere quanto il bosco sia cambiato e quindi anche come dovrà cambiare la gestione del patrimonio forestale dei Comuni, secondo il comandante Piccin. «Subito dopo Vaia ero francamente pessimista, ma si è lavorato bene e l’esbosco sull’Altopiano procede meglio del previsto - afferma -. Prima della stesura dei nuovi piani forestali bisogna pensare lontano, guardando il bosco come una risorsa da rilanciare con regole diverse e incentivando la filiera locale». «Molte ditte impegnate nell’esbosco vorrebbero rimanere con investimenti indirizzati alla gestione delle zone colpite così come nella produzione di biomassa in previsione dei danni da bostrico - conferma Stella - Serve però la disponibilità dei Comuni e delle imprese locali». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gerardo Rigoni

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