ROSÀ. Tutto è partito dalle segnalazioni di alcuni cittadini che avevano notato una Fiat Grande Punto considerata sospetta. È scattato il controllo dei carabinieri: l'uomo, C.R., 50enne già noto alle forze dell'ordine, si è mostrato subito nervoso. C'era un motivo: all’interno del bagagliaio sono state trovate quattro motoseghe di provenienza non CE, con segni distintivi posticci e non rispondenti alle normative vigenti. Il 50enne è stato denunciato per tentata vendita di prodotti industriali con segni mendaci e commercio di prodotti falsi.
Quanto trovato trova riscontro in una nuova modalità di truffa messa in atto per strada: il cittadino ignaro viene fermato con la scusa di “un negoziante in fallimento” o “un produttore con azienda in liquidazione” che spaccia il prodotto come oggetto di marche “pregiate” che “vorrebbe vendere a prezzo di realizzo causa difficoltà economiche”. Arrivando a chiedere anche 2-300 euro. Ma un esame attento dell’oggetto rivela che si tratta di un prodotto di scarsissima qualità non rispondente alle normative nazionali in tema di sicurezza e relativa etichettatura.