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L'omicidio-suicidio di Rosà

Temeva di non riuscire ad accudire la moglie. Il biglietto d'addio con una sola parola: «Perdonème»

Antonia Rattin e Domenico Bizzotto nel giorno del loro matrimonio
Antonia Rattin e Domenico Bizzotto nel giorno del loro matrimonio
Antonia Rattin e Domenico Bizzotto nel giorno del loro matrimonio
Antonia Rattin e Domenico Bizzotto nel giorno del loro matrimonio

Non sopportava l'idea di non riuscire ad accudire l'anziana moglie come avrebbe voluto, allora l'ha uccisa e poi si è tolto la vita. In estrema sintesi sembra questo il quadro - comunque ancora provvisorio - dell'omicidio-suicidio avvenuto ieri, giovedì 18 febbraio, a Rosà. La duplice tragedia si è consumata in una villetta di via Ca' Dolfin, una parallela alla strada statale che collega Bassano a Rosà, dove da circa 30 anni abitavano i coniugi Domenico Bizzotto, di 84 anni e Antonia Rattin di 79. «Erano una cosa sola, non facevano mai nulla separati» hanno raccontato i vicini ai cronisti del GdV.

 

Polizia e polizia locale davanti alla villetta dell'omicidio-suicidio (Foto Ceccon)
Polizia e polizia locale davanti alla villetta dell'omicidio-suicidio (Foto Ceccon)

 

Stando a quanto ricostruito dagli agenti del commissariato di Bassano, insieme ai colleghi della squadra mobile di Vicenza, sembra che Bizzotto, ex imprenditore in pensione, sia andato in cucina abbia preso un coltello per poi salire in camera ed uccidere la moglie Antonia Rattin, da qualche tempo in sedia a rotelle. Poi l'ha coperta con un lenzuolo, ed è tornato al piano di sotto. L'uomo si è preso il tempo di scrivere un biglietto, lasciato sul tavolo della cucina, dove ha scritto in dialetto: «Perdonème». È sceso nell'interrato della villetta, ha preso una corda e si è impiccato.

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