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Cassola

Suicidio assistito, Gheller scrive anche al Papa: «Dio capirà il mio gesto»

Stefano Gheller ha chiesto a Papa Francesco la possibilità di incontrarlo
Stefano Gheller ha chiesto a Papa Francesco la possibilità di incontrarlo
Stefano Gheller ha chiesto a Papa Francesco la possibilità di incontrarlo
Stefano Gheller ha chiesto a Papa Francesco la possibilità di incontrarlo

Battaglia per l'appoggio al fine vita, Stefano Gheller scrive a Papa Francesco: «Vorrei tanto conoscerla e avere un incontro con lei per parlare della mia condizione e per confrontarmi sulla tema dell'eutanasia». La missiva è stata spedita ieri, e consegnata nelle mani di un cardinale, in stretto contatto con il bassanese Luca Faccio, anche lui disabile, molto attivo nei temi dell'integrazione, che ha promesso di intercedere con il Santo Padre, per fare in modo che il 49enne di Cassola, che da anni si batte affinché anche in Italia venga aperta la strada verso la legalizzazione del suicidio assistito, possa essere ricevuto in Vaticano per un colloquio privato.

Nella lettera Gheller racconta a Papa Francesco del calvario vissuto nella sua intera vita, anche dai genitori e dalla sorella, pure lei affetta dalla stessa patologia: «Sua Santità - si legge nella missiva - mi chiamo Stefano Gheller ho 49 anni e sono in carrozzina dall'età di 15 anni, sono affetto da una malattia progressiva e degenerativa di nome distrofia muscolare facio scapolo omerale ereditata da mia madre deceduta nel 2020 dopo aver vissuto per più di 20 anni immobile in un letto con una tracheotomia tenuta in vita da un ventilatore. Ho anche una sorella di 47 anni anch'essa in carrozzina con la mia stessa malattia. Mio padre è deceduto nel 2015 dopo una lunga malattia mentale e fisica. Le scrivo perché mi piacerebbe tantissimo avere un incontro privato con lei, per conoscerla e confrontarmi con lei sul tema del fine vita. Se scriverà il mio nome e cognome su internet potrà vedere diversi articoli e video su di me. Ritengo importante per me parlare direttamente con le persone che vogliono fare certe scelte in totale libertà. Sa Santo Padre molti ritengono che io, col la volontà di fare questa scelta, non ami la vita: invece forse la amo molto di più di altri. Da bambino e ragazzo sono cresciuto con la fede andando in chiesa, pregando, sono stato anche a Lourdes. Poi crescendo sono cambiato e ora mi ritengo un agnostico, non so se esiste o meno un Dio, ma penso che se esiste, e mi ha donato la vita, ed è un Dio misericordioso, potrà capire la mia scelta e non mi giudicherà per questo. Credo che non voglia impormi di vivere a qualunque costo con una sofferenza che non riesco più a portare avanti. Ovviamente capisco la sua posizione e il suo pensiero, di cui ho molto rispetto, ma ritengo che la Chiesa potrebbe fare un passo avanti, e comprendere di più le persone come me che vogliono fare certe scelte, senza giudizi, ma solo dimostrando vicinanza, comprensione e misericordia in nome dell'amore che se esiste Dio sicuramente vorrebbe: amare tutti indifferentemente. Le porgo i miei più cari saluti, in attesa di un suo riscontro a questa mia lettera. Un abbraccio, con affetto, Stefano Gheller».

Venerdì Gheller incontrerà Marco Cappato. 

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