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Bassano del Grappa

Studenti di tre istituti
ricreano Jurassic Park

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L'uovo trasparente e una giovanissima "scienziata" all'opera nel laboratorio
L'uovo trasparente e una giovanissima "scienziata" all'opera nel laboratorio
L'uovo trasparente e una giovanissima "scienziata" all'opera nel laboratorio
L'uovo trasparente e una giovanissima "scienziata" all'opera nel laboratorio

Jurassic Park è più "vicino" che mai. A Bassano un gruppo di studenti delle superiori sta lavorando a una tecnica per la de-estinzione di animali rari o scomparsi. Il progetto si chiama "InGen" ed è già arrivato a un risultato straordinario, se si pensa che è stato realizzato interamente dai ragazzi nel laboratorio di biologia dell'istituto agrario "Parolini" dopo ricerche e sperimentazioni e con l'utilizzo di stampanti 3D.

 

UOVO. I giovani hanno creato un uovo di gallina artificiale, trasparente per poter monitorare cosa succede al suo interno, e in questo hanno fatto sviluppare l'embrione di un pulcino fino a veder comparire e poi battere il piccolissimo cuore, intento a pompare il sangue nei vasi che si diramano. Ovviamente c'è ancora un immenso lavoro da fare, ma i fondatori di "InGen" hanno le idee chiare: «Vogliamo aprire una startup, cercare finanziatori in una piattaforma di crowdfunding e arrivare a salvare gli esseri viventi in pericolo o che già non ci sono più».

 

FONDATORI. "InGen" è nato su iniziativa del bassanese Filippo Giordano, 18 anni, studente del "Parolini", coadiuvato dalla coetanea Eleonora Demartis di Valstagna, dal diciassettenne bassanese Tommaso Trento e da Davide Scotton, 18enne pure lui bassanese. Tutti sono ancora alle superiori, oltre al "Parolini" frequentano lo "Scotton" e l'istituto d'arte, e ciascuno dà il proprio contributo in base alla competenza o agli interessi: ricerca, amministrazione, spazi per il benessere animale, materiale per il laboratorio, progettazione e stampa in 3D.

 

 

 

EMBRIOGENESI. «Ho iniziato io - racconta Giordano -, anche dopo aver visto dei video cinesi su internet, e ho poi trasmesso questa mia passione anche ai miei amici e colleghi. Siamo partiti studiando l'embriogenesi degli uccelli, e delle galline in particolare, semplicemente mettendo un uovo in un'incubatrice per monitorare il suo sviluppo. Non si poteva però vedere a che punto era la crescita se non rompendo l'uovo, con ovvi risultati, e allora siamo passati a costruirne uno di artificiale in una capsula trasparente. Le prime le abbiamo realizzate con bicchieri di plastica e della pellicola da laboratorio, se ci penso mi viene da ridere, e via via ci siamo evoluti arrivando dopo un anno a costruire un uovo con una stampante 3D. Certo, ci vorrebbero anche incubatrici serie, ma siamo arrivati a veder formare gli organi interni del pulcino e siamo dunque molto soddisfatti. In particolare è stato straordinario assistere allo sviluppo del cuore e dei vasi sanguigni e vedere il cuore battere».

 

DNA. L'obiettivo dei giovani scienziati dei tre istituti superiori è quantomeno ambizioso. «Stiamo studiando una tecnologia per la de-estinzione degli animali - prosegue Giordano -, un po' quello che si è visto nel film Jurassic Park. Nel nostro caso, sfruttando il materiale genetico di animali in pericolo di estinzione e che faticano a riprodursi perché magari tenuti in cattività o di specie che sono già scomparse, grazie al dna conservato nei laboratori».

 

ENTUSIASMO. Inutile dire che i risultati ottenuti dai ragazzi di "InGen" hanno lasciato sbalorditi professori, preside, genitori, e suscitato parecchio interesse. «Ad assisterci - racconta ancora Filippo Giordano - sono stati in particolare i professori Jacopo Zannoni e Massimo Degetto, che sono rimasti entusiasti. Abbiamo contatti poi con il direttore della sezione trevigiana dell'Istituto zooprofilattico delle Venezie, a cui abbiamo chiesto una consulenza, e con il veterinario Diego Cattarossi, responsabile del Tropicarium Park di Jesolo, Un piccolo contributo economico lo abbiamo ricevuto da una banca che ha considerato con favore il nostro progetto».

 

STARTUP. Il sogno dei ragazzi è creare una startup. «L'obiettivo è creare un ente internazionale che si occupi di perfezionare e applicare questa tecnologia dove c'è necessità - afferma concludendo il fondatore di "InGen" -, sempre per il recupero e la reintroduzione di specie estinte o in pericolo. Siamo già presenti sui social e a breve avvieremo una raccolta fondi su una piattaforma online: la speranza è di poterci costruire un laboratorio tutto nostro, indipendente ad esempio dagli orari della scuola, e dotato delle strumentazioni adeguate. Ovviamente, però, ciascuno di noi dovrà continuare con gli studi: non ci nascondiamo che è necessario non soltanto finire le superiori, ma frequentare poi l'università per mettere a punto le competenze indispensabili». 

Davide Moro

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