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«Stefano, resisti» Il Comune e l’Ulss studiano più aiuti

Stefano Gheller, 46 anni, è affetto da una grave distrofia muscolare
Stefano Gheller, 46 anni, è affetto da una grave distrofia muscolare
Stefano Gheller, 46 anni, è affetto da una grave distrofia muscolare
Stefano Gheller, 46 anni, è affetto da una grave distrofia muscolare

«Il caso di Stefano Gheller è uno di quelli più seguiti dall’Ulss 7. Ogni mese la sua situazione viene valutata da parte di una commissione integrata con servizi sociali, Comune e psicologi, che si è riunita anche pochi giorni fa. E’ al vaglio la possibilità di farlo rientrare in un progetto concordato con il Comune di Cassola, che consentirebbe di aumentare le sovvenzioni con contributi aggiuntivi di circa 9 mila euro l’anno. Dal 2020 poi sarà messa a disposizione anche l’assistenza psicologica una volta alla settimana. Abbiamo sempre fatto e faremo di tutto per aiutarlo, anche se è chiaro che in una struttura potrebbe essere seguito molto meglio, e anche stare meno solo. Non vogliamo che si senta abbandonato». A parlare è Alessandro Pigatto, direttore dei servizi sociali dell’azienda sanitaria, all’indomani del terribile appello di Gheller, 46 anni, di San Giuseppe di Cassola, che ha dichiarato al Giornale di Vicenza la sua intenzione di chiedere l’eutanasia in Svizzera. L’uomo è affetto dalla nascita da una grave forma di distrofia muscolare che lo blocca su una sedia a rotelle da quando era adolescente. La patologia degenerativa negli anni ha notevolmente aggravato le sue condizioni, tanto che ora ha perso l’uso della maggior parte del suo corpo, riuscendo a muovere a stento le dita, con le quali guida la carrozzina e digita al fedele computer, “amico” che lo tiene in contatto col mondo. Stefano respira grazie a un macchinario e per svolgere qualsiasi attività quotidiana ha bisogno di una badante, ma per ora, con i contributi mensili versati da Regione, Ulss e Comune, riesce a pagarne solo una a mezzo servizio. Gheller ha dichiarato di volerla fare finita prima che le sue condizioni si aggravino ancora ancora di più e la malattia lo riduca immobile in un letto. E ora scatta la solidarietà. «Questa notizia ci ha colpiti e fatto molto male - spiega anche il sindaco di Cassola, Aldo Maroso -. Non nascondo che siamo preoccupati. Seguiamo Stefano da tantissimi anni, tempo fa aveva chiesto un inserimento lavorativo in un’azienda o in Comune. Il nostro municipio purtroppo non ha ancora tutte le barriere di accessibilità azzerate, quindi ci siamo attivati a trovare una soluzione che potesse andare bene». Non è una situazione facile anche perché anche al lavoro avrebbe bisogno di un’assistenza pressoché costante. E’ una situazione molto penosa, come Amministrazione abbiamo sempre fatto tutto il possibile per aiutarlo, ma siamo pronti a fare ancora di più, studiando supporti ulteriori. Da noi è già seguito in tutti i modi previsti, e anche dall’Ulss. Chiaramente speriamo che cambi idea sulla morte assistita, tutto quello che si fa in casi di persone come Stefano che purtroppo devono combattere con malattie così invalidanti e terribili lo si fa per dare e garantire supporto e integrazione e proprio per evitare scelte tanto pesanti quanto drammatiche». Ieri nella redazione bassanese del Giornale di Vicenza sono arrivate numerose telefonate di lettori che si sono messi a disposizione per Stefano: «Vogliamo fare qualcosa - hanno spiegato -, versare un contributo per aiutarlo, fargli sapere che gli siamo vicini». •

Francesca Cavedagna

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