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Asiago

Caro energia, stagione sciistica a rischio in Altopiano. «No allo skipass a 70 euro»

I gestori delle stazioni sciistiche tra esorbitante aumento dei costi e la stagione invernale da salvare. Timpano (Federfuni): «È meglio non superare i 40 euro per un giornaliero e con questa strategia attirare molti appassionati»
Neve in Altopiano
Neve in Altopiano
Neve in Altopiano
Neve in Altopiano

Prima c’era il Covid, con le restrizioni che hanno rischiato di mettere in ginocchio definitivamente molti gestori delle stazioni sciistiche. Adesso, a togliere il sonno agli stessi operatori e a tutto il comparto turistico invernale c’è il caro bolletta, che rischia anche questo di minare la prossima stagione sciistica. L’Anef, l’associazione nazionale esercenti funiviari, lancia l’allarme e chiede al Governo un impegno diretto per affrontare questa nuova emergenza.

Lo skipass a 70 euro, lusso per ricchi

Nei grandi caroselli alpini, infatti, gli skipass sono già oltre i 70 euro per un giornaliero, una cifra a dir poco insostenibile per una famiglia. Sull’Altopiano, così come in molte stazioni delle prealpi e dell’Appennino, si sta correndo ai ripari: l’idea è di contenere gli aumenti, magari solo di due o tre euro, cercando di rimanere sotto i 40, per richiamare così più sciatori grazie ai prezzi competitivi.

La discussione sui prezzi in Altopiano

Sull’Altopiano il problema è già in discussione. «Vogliamo tentare di andare nella direzione opposta – indica Mario Timpano della stazione LeMelette e vicepresidente di Federfuni – ovvero incrementare il numero di persone sulle piste piuttosto che aumentare i prezzi. A LeMelette abbiamo confezionato una serie di pacchetti, dal giornaliero allo skipass a ore, per soddisfare più persone possibili. Dobbiamo domandarci quale potrà essere il futuro della montagna italiana e della sua economia che d’inverno ruota attorno allo sci: è necessaria una operazione di abbattimento dei costi che abbia una ricaduta immediata e sostanziale sulla offerta turistica complessiva del sistema neve, perché non possiamo pensare di alzare i prezzi per calmierare gli aumenti dei costi energetici. L’Altopiano in particolare, lavorando con sciatori di prossimità, può pensare di puntare su questo mercato, non dovendo sopperire anche alla carenza di sciatori stranieri come altri posti».

Gli operatori in difficoltà: costi aumentati di 6 volte

«Il costo dell’energia è aumentato anche di 6 volte rispetto all’agosto 2021 - conferma Valeria Ghezzi, presidente di Anef -. L’energia per alimentare gli impianti di risalita e i sistemi di innevamento programmato e il gasolio utilizzato dai mezzi battipista rischiano di portare i costi a livelli insostenibili, che andrebbe a minare le sorti di tutta la filiera che vive dell’industria della neve e comprende hotel, ristoranti, trasporti e scuole sci. La preoccupazione va soprattutto alle tante piccole imprese che operano nel settore e che rischiano di chiudere. Chiaramente questo smisurato aumento dei costi non potrà essere scaricato sugli utenti e il probabile aumento di prezzo degli skipass non sarà comunque sufficiente a compensare le perdite dovute a bollette dell’energia i cui importi si sono moltiplicati. Chiediamo quindi che il tema energetico venga messo in cima all’agenda di governo e di essere interpellati in qualità di aziende da cui dipende il turismo invernale. Le imprese non possono affrontare da sole questo momento».

A rischio tutto l'indotto degli sport invernali

L’indotto generato dallo sci alpino ha un valore economico e sociale insostituibile per la montagna, essendo, ad oggi, una delle poche attività che produce valore e posti di lavoro nelle “terre alte”. Un valore quantificabile in 6.5 miliardi di euro di fatturato e 75 mila posti di lavoro a livello nazionale.
«Siamo molto preoccupati per l’aumento delle bollette - aggiunge Marco Grigoletto, presidente di Anef Veneto -, basti pensare che già a luglio abbiamo avuto delle società che hanno avuto costi più alti dei ricavi a causa del caro energia. Si è passati dallo 0,09 euro/kwh a 0,50 euro/kwh. Diventa difficile affrontare una stagione con costi così elevati».

Gerardo Rigoni

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