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L'intervista

Il sindaco Elena Pavan: «Per Bassano il 2023 sarà l'anno del Genius Center. Su San Lazzaro poco dibattito»

L'intervista di fine anno al primo cittadino della città del Grappa
Il sindaco Elena Pavan nel suo ufficio durante l'intervista esclusiva al Giornale di Vicenza (FOTO GIANCARLO CECCON)
Il sindaco Elena Pavan nel suo ufficio durante l'intervista esclusiva al Giornale di Vicenza (FOTO GIANCARLO CECCON)
Il sindaco Elena Pavan nel suo ufficio durante l'intervista esclusiva al Giornale di Vicenza (FOTO GIANCARLO CECCON)
Il sindaco Elena Pavan nel suo ufficio durante l'intervista esclusiva al Giornale di Vicenza (FOTO GIANCARLO CECCON)

Il sindaco di Bassano, Elena Pavan, in un'intervista esclusiva a Il Giornale di Vicenza anticipa temi e progetti del 2023, l'ultimo intero prima delle elezioni.

Sindaco Pavan, il 2023 sarà l'ultimo anno completo del suo mandato: a primavera 2024 Bassano tornerà alle urne. Che anno sarà?
Molto concreto e operativo. Stiamo concretizzando lavori e progetti importanti.

Quest'amministrazione, però, non ha ancora realizzato una grande opera.
Lo sarà il Genius center al Polo Santa Chiara: prometto che finalmente il cantiere inizierà. E poi faremo l'ascensore di Prato Santa Caterina.

Lei di solito non alza la voce in pubblico, ma ai proprietari del teatro Astra, nei giorni scorsi, non le ha mandate a dire, affermando che hanno preso in giro la città.
Lo ribadisco. Finora quello di Zetafilm è stato un comportamento inconcludente, ancora più incomprensibile se si pensa che i soci sono persone conosciute.

Che reazioni ha avuto?
Da uno di loro, parole risentite che non mi hanno fatto il minimo effetto. Da tante componenti cittadine, assoluto sostegno. Vedremo cosa accadrà con l'anno nuovo, quest'amministrazione ha il teatro nel cuore.

Ha alzato la voce anche tra le mura del municipio?
Diverse volte, mi piace che giunta e Comune agiscano con la massima speditezza e decisione possibile. Ma non dico su cosa, i panni sporchi si lavano in famiglia.

Intanto quest'anno ha cambiato vicesindaco.
Lasciare è stata una scelta personale di Roberto Marin, che ho rivisto proprio in questi giorni e con il quale i rapporti sono cordiali. C'erano difficoltà che lui ha giudicato insolubili, ma l'amministrazione va avanti. E non posso che dire bene del suo sostituto Andrea Zonta, oltre che del neo assessore al bilancio Marco Vidale.

Ma è vero che ha un rapporto preferenziale con l'assessore alla Cultura Giovannella Cabion?
In realtà io vado molto d'accordo con tutti. Abbiamo fatto grandi mostre e tanto per la Cultura negli ultimi tempi: forse chi lo dice ci ha visto spesso insieme per questo motivo.

Va d'accordo anche con le opposizioni?
Al di là del gioco delle parti e delle diverse idee, su cose importanti abbiamo trovato collaborazione. Spero sarà così l'anno prossimo perché sono in ballo questioni fondamentali per Bassano. Qualche volta però mi piacerebbe un po' più di onestà intellettuale. Per esempio, la revoca del contributo di Fondazione Cariverona per il Polo Santa Chiara è del 2018, e governavano loro...

Si ricandiderà per un nuovo mandato? C'è chi ne dubita.
È presto per questa domanda, fatemela l'anno prossimo. Vale sempre il principio di essere a disposizione delle decisioni del partito.

Ma anche nella Lega il suo posto fa gola a più d'uno. Compresi sindaci in scadenza in altri Comuni. Non teme il fuoco amico?
Io resto concentrata sulla città.

Dipendesse da lei?
Sarebbe uno spreco gettare il lavoro fatto in cinque anni. È un fatto assodato che al primo mandato si semina, al secondo si producono i frutti.

A proposito di Lega, come si pone nei confronti dei contrasti tra zaiani e salviniani?
Ho buoni rapporti con tutti, credetemi.

Quanto influirà nei futuri equilibri l'ascesa di Fratelli d'Italia?
Ci ragioneremo a tempo debito. Di sicuro il centrodestra vince se è unito. E in un anno e mezzo possono cambiare tante cose, anche nelle percentuali.

Potesse tornare indietro, chiamerebbe ancora a fare parte della sua lista civica consiglieri che le hanno creato più di qualche problema?
Comporre le liste è un'operazione sempre molto delicata. Poi io sono molto tollerante e mi rendo conto perfettamente che la pandemia e le sue conseguenze hanno provocato evoluzioni imprevedibili facendo emergere sensibilità diverse.

Bassano è sempre più frequentata ma ha perso il Carnevale e ora anche il Capodanno in piazza. È tutta questione di impossibilità di controllare le intemperanze?
Assolutamente no. È che le leggi impongono responsabilità e rischi sempre più grossi per chi organizza manifestazioni popolari. Faccio notare che anche Vicenza ha rinunciato al Capodanno.

Ci sarà qualche nuova grande iniziativa di richiamo?
Continueremo la promozione della città, sfrutteremo l'onda lunga delle mostre in corso che sono impegnative e di successo. E, dopo il bell'avvio con Elisa, abbiamo in mente di portare almeno tre concerti di rilievo in Prato Santa Caterina. Ma essenzialmente il prossimo sarà l'anno dei progetti pubblici.

Non si può fare nulla per arginare il degrado? Sembra che a tarda sera il centro cambi volto e ospiti sguaiatezza, con qualche picco di pericolosità per persone e cose.
Non è vero. Vedo invece una risposta efficace da parte della polizia locale: con grandi investimenti abbiamo pattuglie in giro fino alle 3 di notte. Certo, la maleducazione imperante è un grave problema generale, e lo è diventato ancora di più nel dopo pandemia.

Idee per il decoro urbano?
Intanto con i nuovi cestini-posacenere Etra ha rilevato un 70 per cento in meno di mozziconi di sigaretta sui marciapiedi. Ogni anno troviamo qualche risorsa per l'arredo, nel 2023 riorganizzeremo bacheche funerarie e rastrelliere per le biciclette.

È più difficile coordinare il Comune, i sindaci dell'Ulss, l'Unione montana, l'Area vasta o cos'altro?
Ovunque c'è grande collaborazione. Certo, la sanità è il campo più impegnativo, sia perché ci interfacciamo con un altro ente complesso come l'Ulss, sia perché è un periodo di difficoltà comuni a tutta Italia e allo stesso Veneto. Ribadisco che apprezziamo gli sforzi dell'Ulss e che dobbiamo remare tutti nella stessa direzione, vigili ma non polemici.

Dove le polemiche non mancano è a San Lazzaro, per la diatriba sulla nuova lottizzazione industriale.
Mi dispiace che non ci sia stato il tempo di generare un dibattito della città. Da un lato le raccolte di firme degli oppositori sono partite prima ancora di qualsiasi progetto, dall'altro rimprovero alle aziende di non aver fatto capire a fondo i benefici in termini di comunità energetiche, rigenerazione urbanistica e ambientale e posti di lavoro. Io posso dire che le industrie interessate al piano sono realtà serie, ben radicate nella comunità e che hanno interesse a farla crescere. E poi bisogna conoscere bene la situazione: quei terreni sono in un luogo infelice, già deputati a insediamento produttivo. "Polmoni verdi" possono essere Sant'Eusebio, San Michele, Valrovina, i parchi, non quell'area.

Come finirà?
Che il consiglio comunale potrà benissimo esprimere parere sfavorevole, ma può essere poi bypassato in Regione, magari con meno accorgimenti di quelli che potrebbero essere garantiti qui.

Dove e con chi saluterà l'anno nuovo?
Sull'Altopiano, con mio marito, i miei figli e pochissimi amici ristretti. 

Alessandro Comin

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