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Nove

Sette consiglieri si dimettono: cade il sindaco. In arrivo il commissario

La caduta di Raffaella Campagnolo è avvenuta con le dimissioni in blocco di più della metà dei consiglieri comunali
La caduta di Raffaella Campagnolo è avvenuta con le dimissioni in blocco di più della metà dei consiglieri comunali
La caduta di Raffaella Campagnolo è avvenuta con le dimissioni in blocco di più della metà dei consiglieri comunali
La caduta di Raffaella Campagnolo è avvenuta con le dimissioni in blocco di più della metà dei consiglieri comunali

Game Over a Nove. L’agonia dell’Amministrazione Campagnolo è finita. Dopo essersi trascinata per quasi due settimane, alla fine si è conclusa con l’epilogo che sembrava già scritto dall’inizio. La caduta di Raffaella Campagnolo è avvenuta ufficialmente ieri mattina, con le dimissioni in blocco di più della metà dei consiglieri comunali, tre della maggioranza e tutta la minoranza, per un totale di sette. Della maggioranza se ne sono andati il capogruppo Daniele Sartori e Diego e Francesca Fabris. Consiglio di fatto decaduto e Comune che verrà ora commissariato. Sino alla fine Campagnolo ha tentato di mantenere le redini, dichiarando che sarebbe andata avanti. Ma non ce l’ha fatta. Certo, lo scontro con l’assessore regionale Donazzan ha avuto la sua parte, perché l’assenza al tavolo regionale per la scuola Danieli non le è stata perdonata. Alla fine, però, a farla fuori sono stati propri i suoi. Prima le dimissioni del vicesindaco Diego Fabris, poi quelle dei due assessori Scarpino e Sebellin, ora quelle dei consiglieri.

«Questa è una triste pagina della vita pubblica, politica e amministrativa novese - riferiscono i consiglieri della maggioranza dimissionari - e sentiamo il dovere di scusarci con tutti i cittadini. Se siamo arrivati a questa importante decisione è perché non abbiamo ravvisato, nemmeno in questi ultimi giorni, alcuna possibilità concreta di poter riprendere da basi diverse, di reale condivisione, con trasparenza e correttezza, il cammino che insieme avevamo intrapreso, con un gruppo depauperato, nei fatti e nelle scelte del sindaco, di competenze importanti e risorse fondamentali. Le difficoltà in seno alla Giunta, sfociate nelle dimissioni degli assessori Sebellin e Scarpino, precedute dalle dimissioni dal ruolo di assessore e vicesindaco di Diego Fabris, testimoniano una situazione che si era progressivamente deteriorata e che la vicenda della Fondazione Danieli ha solo contribuito a far deflagrare».

Il capogruppo Sartori riferisce inoltre che lui stesso aveva ripetutamente offerto al sindaco il suo contributo per provare a ricucire, consapevole che la situazione prima o dopo sarebbe sfuggita di mano. «II sindaco ha sempre rifiutato qualsiasi aiuto, ritenendo di dover e saper gestire la situazione in prima persona - proseguono -. L'esito è sotto gli occhi di tutti. I nostri ripetuti allarmi rispetto al malcontento che si registrava in paese, anche a dispetto di numerosi progetti portati a buon fine, e le sollecitazioni a organizzare incontri pubblici per ascoltare la popolazione, rendicontare i progetti e le opere realizzate, ricordare i lavori in corso e i progetti in itinere, sono sempre stati sottovalutati e gli incontri pubblici ritenuti, dal sindaco, non necessari o non opportuni. Le nostre preoccupazioni erano state evidenziate al sindaco anche dai locali rappresentanti del Partito democratico e ovviamente segnalate anche dalle minoranze. Tutto questo è sempre stato classificato come “non significativo” da parte del sindaco, frutto di una visione distorta della realtà. Raffaella Campagnolo ci ha sempre e ostinatamente rappresentato la sua realtà, fatta di costanti riscontri positivi e attestati di stima da parte della popolazione, delle associazioni, degli amministratori locali e dei rappresentanti politici del territorio».

Ecco quindi che ai consiglieri di maggioranza è sembrato via via più evidente come il sindaco stesse forse giocando un'altra partita, del tutto personale. «Non la nostra, non quella per cui eravamo stati eletti - affermano -. Perché altrimenti spingersi sino a rischiare di perdere o trovarsi contro, come poi è avvenuto, gli elementi più rappresentativi o con maggiore peso politico della sua maggioranza? II sindaco è rimasto fermo sulle sue posizioni».

Ora la palla passa al prefetto, che nominerà il commissario per traghettare il Comune alle prossime elezioni. «Quando pero gli esiti sono questi si perde tutti - chiudono i dimissionari -. E noi abbiamo perso, abbiamo disatteso le aspettative che i cittadini novesi avevano riposto in noi. Ci dispiace perché questa maggioranza e questa giunta disponevano di risorse di qualità ed esperienza, che avrebbero potuto proseguire nel lavoro di realizzazione del programma per il quale erano stati eletti. Non ci siamo riusciti e di questo ci scusiamo con i cittadini, ma riteniamo, nel solco della massima correttezza e trasparenza, che questa fosse la cosa giusta da fare nell'interesse di Nove».

Dal canto suo, il sindaco si è riservata ogni valutazione ai prossimi giorni. «Ringrazio i dipendenti comunali e i sindaci per il loro aiuto - afferma - e auguro loro una buona continuazione».

 

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