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La storia

Sei ciclisti sul Grappa salvano una donna che si vuole gettare nel vuoto

Con altre cinque persone, una bassanese appassionata di ciclismo, Maria Milani, ha contribuito a salvare una donna di circa 50 anni, probabilmente residente nel comprensorio, che era sul punto di togliersi la vita. Una scena drammatica che si è protratta per un tempo che pareva non passare mai, ma alla fine la tragedia è stata evitata grazie all’intervento anche dei sanitari e dei carabinieri. Ma soprattutto alla sensibilità con la quale i soccorritori hanno agito. 
È accaduto domenica verso le 13 con scenario il settimo tornante della strada Giardino che, in provincia di Treviso, collega Borso a Cima Grappa. «Dopo essere salita sul Grappa, stavo affrontando la discesa assieme a un giovane col quale ci eravamo casualmente incrociati – racconta la ciclista – quando all’ottavo tornante un motociclista ci ha fermato per raccontare quello che aveva visto poco più sotto. E cioè una donna che aveva scavalcato il guardrail e, in bilico sul burrone sottostante, manifestava intenti suicidi. Altre persone erano già sul posto e avevano allertato forze dell’ordine e sanitari. Una volta raggiunto il settimo tornante, dove è posizionata una croce in ferro, ci siamo fermati anche noi due per aiutare quella povera donna. A un certo punto ci siamo trovati in sei, tre donne e altrettanti uomini, a cercare di dissuaderla dal gesto estremo».
«Abbiamo cominciato a parlare – aggiunge Maria Milani – e io le ho sorriso. La situazione era comunque al limite. Noi donne abbiamo continuato a dialogare, ponendo l’accento soprattutto sugli affetti familiari. La signora ci ha riferito di essere sposata e di avere due figli. Ma nemmeno i discorsi sulle persone care parevano distoglierla dalla volontà di farla finita. Se cercavamo di avvicinarla, la poveretta accennava a spostarsi ancora più all’indietro, verso il baratro sottostante. Il giovane che mi aveva affiancato in discesa le ha anche proposto di provare la bicicletta da corsa, un’altra signora l’ha chiamata quando ha sentito squillare il telefono nell’auto con la quale probabilmente era arrivata al settimo tornante. Niente da fare però. La protagonista era veramente in stato confusionale, molto sofferente nell’animo, depressa. Aveva anche sofferto per problemi legati a una malattia. Era comunque curata e gentile».
«Nel frattempo - riprende a riferire la ciclista bassanese - sono arrivate due pattuglie dei carabinieri e i sanitari con due mezzi di soccorso. Ad un tratto un uomo, giunto dopo di noi, è riuscito ad avvicinarsi alla donna in pericolo e ad abbracciarla con forza. Pensavamo fosse il marito ma ci ha detto di no. Non so ancora se fosse un carabiniere in borghese, un medico, chi altro. In un attimo anche un carabiniere, bravissimo, l’ha presa per la schiena e i due l’hanno tratta definitivamente in salvo. Il nostro gruppo parlandole a lungo e facendo leva soprattutto sui figli aveva evitato che compisse il gesto estremo». 
«Conclusa la vicenda – termina Maria Milani – noi sei siamo scoppiati in un pianto dirotto, talmente era stata forte l’emozione vissuta. Non ricordo nemmeno quanto è durato l’episodio. Il tempo sembrava essersi fermato».

Per chi si sentisse in difficoltà ci sono numeri telefonici ai quali chiedere aiuto, tra cui il Telefono Amico 02 2327 2327 (whatsapp 324 011 72 52) e il Progetto InOltre 800.334.343.

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