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Asiago

Scivola sul ghiaccio e si ferisce: Comune condannato a risarcire

Era scivolata su una lastra di ghiaccio, mentre passeggiava in centro per i mercatini di Natale, ed era rimasta seriamente ferita. A distanza di dieci anni, Silvia S., turista padovana, sarà risarcita: la Corte d’Appello di Venezia ha infatti confermato la sentenza del marzo 2019 del tribunale di Vicenza, condannando il Comune di Asiago (per l’amministrazione, in realtà, la compagnia assicurativa) a versarle 2.500 euro per danni patrimoniali, e 35.500 per quelli non patrimoniali, oltre a 5 mila euro di spese legali. In aula, è prevalsa la tesi dell’avv. Francesco Carraro, che aveva promosso la causa per conto della turista.
Era la tarda mattinata dell’8 gennaio 2011 quando Silvia, in compagnia di altre persone, aveva raggiunto Asiago per trascorrere una giornata di divertimento e di relax. Passeggiando sul marciapiede davanti al negozio “Regalcasa”, in piazza Carli, pur indossando scarponcini invernali, era scivolata su una lastra di ghiaccio, che secondo lei non era visibile, ma che non era stata segnalata. Era caduta pesantemente a terra subendo seri traumi. Era stato dato l’allarme al 118 e la padovana era stata trasportata in ospedale da un’ambulanza del Suem. Dal verbale del personale sanitario, era emersa la pericolosità del luogo, tanto che gli infermieri avevano provveduto anche ad allertare i colleghi. 
Una parte della piazza, ha ricostruito in aula l’avv. Carraro, era coperta da cumuli di neve; quel tratto sembrava solo bagnato, mentre in realtà era ghiacciato. Secondo la turista, non era stato cosparso di sale o di ghiaino. Per questo la responsabilità dell’infortunio era del Comune.
L’assicurazione dell’amministrazione, assistita dall’avv. Maurizio Molinari, aveva proposto ricorso in Appello sostenendo che nessuna insidia era ravvisabile, stante la presenza ovunque di neve e ghiaccio (l’ultima nevicata era del giorno di Santo Stefano). Poiché il 7 gennaio «era sopraggiunta una sciroccata con fenomeni di gelo al suolo», il Comune aveva provveduto allo sgombero della neve e a spargere sale e pietrisco. Il giudice di primo grado aveva nominato un consulente e aveva fatto sentire diversi testimoni, e poi aveva condannato l’ente pubblico. A Venezia, l’amministrazione ha precisato che la lastra era visibile, e che anche la sorella e il cognato di Silvia erano scivolati prima di lei, onde per cui avrebbe dovuto prestare una particolare attenzione; non solo, lo spargimento di sale - avevano raccontato i dipendenti - era continuativo da parte del Comune.
Per la Corte lagunare, presieduta da Callegarin, invece, la sentenza vicentina va confermata, poiché era ben argomentata e dava conto di tutte le posizioni; per i testimoni la lastra non si vedeva, al pari di sale o ghiaino. 

 

Diego Neri

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