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Altopiano

Stanze panoramiche in quota. Riparte la “Rifugio experience”

L’assessore Lobbia: «Pensiamo di riqualificare i vecchi pastorili. Attenzione però a non esagerare per non deturpare l’ambiente»

La Regione Veneto dà il via ai rifugi serviti e alle stanze panoramiche al di sopra del limite attualmente imposto di 1600 metri, previsto dalle norme urbanistiche regionali. L’unica imposizione prevista dalla nuova delibera della Giunta regionale, che modifica la legge regionale inerente le “Strutture ricettive in ambienti naturali”, è che potranno sussistere al massimo due di queste strutture per territorio comunale.

«Con questa proposta di modifica normativa insistiamo nel favorire l’innovazione dell’offerta turistica in forma ecosostenibile e a basso impatto – illustrano il governatore veneto Luca Zaia e l’assessore regionale al turismo, Federico Caner –. È innanzitutto previsto, per favorire la diffusione territoriale di tutte le strutture ricettive in ambienti naturali, che al pari di malghe e bivacchi alpini possano essere realizzate anche sopra il limite di 1600 metri un’ulteriore tipologia di struttura, le “stanze panoramiche”, collocate stabilmente sul suolo con particolare attenzione all’ambiente e al paesaggio circostante».

Il piano Rifugio Experience voluto dall'assessore Lobbia

Una novità che sposa la proposta avanzata da tempo dall’assessore al turismo di Asiago, Nicola Lobbia, che aveva elaborato il piano “Rifugio Experience”.
«Credo che un paio di rifugi serviti in quota e di collegamento tra le località di Larici, Campomulo e Marcesina possano essere strategici, e in particolare nei pressi di Bivio Italia un rifugio-bivacco potrebbe veramente servire - spiega Lobbia -. La cosa comunque non deve trascendere: vista la continuità orografica della parte alta dell’Altopiano, dando la possibilità di realizzarne due per Comune, vedremmo quattordici nuove strutture. Un’esagerazione che andrebbe a impattare negativamente sul delicato ecosistema del nostro territorio».

Un nuovo prodotto turistico

L’idea “Rifugio Experience” propone di creare un nuovo prodotto turistico sviluppato a livello territoriale coordinando tutti i rifugi già esistenti sull’Altopiano (gestiti in parte dai Comuni e in parte da associazioni) per far coniugare la richiesta di nuove esperienze e turismo outdoor. Sorto con le possibili fonti di finanziamento del Recovery Fund, Rifugio Experience poi è stato messo in pausa per dare spazio alla proposta già attiva “La Via delle Malghe”. Ora con la nuova normativa regionale l’idea potrebbe riprendere fiato e, soprattutto, trovare le risorse necessarie.
«Già nel progetto Rifugio Experience si chiedeva questa concessione - conferma Lobbia - e in particolare abbiamo proposto la riqualificazione dei vecchi pastorili, piccoli edifici usati un tempo come rifugi di sosta per i pastori. Come con La Via delle Malghe l’intenzione era di unire il territorio verso l’evoluzione del turismo di montagna, uno dei settori più importanti dell’economia altopianese. Abbiamo poi la fortuna di avere una montagna adatta a ogni tipo di turista, accessibile e priva di grossi pericoli rispetto ad altre zone delle Alpi, senza perdere però di fascino».

Inoltre la presenza di bivacchi posizionati in punti strategici fornisce un’importante integrazione all’offerta escursionistica già presente sul territorio, garantendo un supporto e assicurando comunque un certo grado di comfort.
Questa legge è decisamente utile per l’Altopiano proprio per creare servizi controllati e di collegamento che oggi mancano - conclude Lobbia -, andando oltre alla spettacolarizzazione e alla semplice trovata di marketing delle casette panoramiche».

Gerardo Rigoni

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