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Rosà

Rifiuta di pagare
il clan: raid punitivo
Quattro arresti

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Le spranghe sequestrate dai carabinieri
Le spranghe sequestrate dai carabinieri
Le spranghe sequestrate dai carabinieri
Le spranghe sequestrate dai carabinieri

Un nuovo scontro tra bande romene rivali sventato dai carabinieri di Bassano, che sono riusciti a fermare un gruppo arrivato a Rosà direttamente da Ravenna, per una resa dei conti che avrebbe avuto come obiettivo la nota famiglia di rivenditori di auto Popescu-Caldaras, clan che aveva preso parte al sanguinoso agguato avvenuto davanti al centro commerciale il Grifone nel giugno del 2018, quando due fratelli vennero linciati e accoltellati a bordo della loro auto.

 

La vicenda scaturisce da una richiesta d’aiuto presentata da una donna appartenente a una famiglia rom residente a Rosà, che aveva chiamato il 112 verso le due del mattino di mercoledì dicendo ai militari di aver subito minacce di morte da parte di alcuni connazionali, i quali avevano annunciato via Facebook di essere in viaggio dal comune di Ravenna. Visti i precedenti, i carabinieri si sono subito diretti verso l'abitazione della donna.

 

Qui hanno visto arrivare a forte velocità una Bmw 550 Xdrive con quattro uomini a bordo, che però non si sono accorti della presenza dei carabinieri. L'auto si è fermata bruscamente di fronte alla casa dei Popescu e tutti gli occupanti sono scesi gridando frasi in romeno. I militari sono così intervenuti e hanno sottoposto a perquisizione la vettura, trovando tre spranghe in metallo e pietre di grosse dimensioni. I quattro, tutti pluri-pregiudicati - Stefan Bot (25 anni) e Brainar Sain (25), cittadini italiani, Ionel Ciurariu (30) e Tiberius Rostas (28), romeni -, sono stati identificati e portati al comando. 

 

La donna ha raccontato di essere da mesi vittima di un tentativo di estorsione da parte di alcuni connazionali che, per permettergli di vivere in Italia pretendevano gli fossero versati 50.000 euro. Ricostruita la vicenda ed acquisiti gli elementi, il sostituto procuratore della Repubblica di Vicenza Cristina Carunchio ha disposto il trasferimento dei quattro arrestati in carcere.

 

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