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Ricatto sessuale a una quindicenne Giovane arrestato

la giovane ha avuto il coraggio di denunciare la presunta estorsione
la giovane ha avuto il coraggio di denunciare la presunta estorsione
la giovane ha avuto il coraggio di denunciare la presunta estorsione
la giovane ha avuto il coraggio di denunciare la presunta estorsione

L’adescamento attraverso i social network, i contorni fattisi presto pressanti, le richieste eccessive, fino al ricatto alla minorenne: «Se non accetti di avere un rapporto sessuale completo con me, pubblico in internet le tue foto intime». La ragazzina di appena 15 anni, residente nel Padovano, ha chiesto aiuto alla polizia. L’ha fatto attraverso l’applicazione Youpol, attivata proprio a tutela dei giovanissimi i quali, attraverso un semplice messaggio inviato dal telefonino, possono denunciare reati di cui sono vittime. Ha funzionato e l’autore è stato arrestato: è Asad Ali, pakistano di 19 anni, residente a Bassano da quando ne aveva poco più di tre. Un ragazzo apparentemente per bene, che fa parte di una famiglia solida e perfettamente integrata, ora distrutta. L’ARRESTO. L’operazione della Squadra Mobile della Questura di Padova, attivata insieme ai colleghi della Polizia postale di Venezia, è scattata nei giorni scorsi. Le indagini erano partite appunto dalla segnalazione arrivata pochi giorni prima dalla vittima su Youpol. La quindicenne, stremata dalla situazione vissuta, aveva descritto il suo profondo disagio, derivante dalle continue e pressanti richieste da parte del giovane di avere con lei incontri intimi, sotto la minaccia che - in caso di rifiuto - avrebbe divulgato foto carpitele con l’inganno. LA RICOSTRUZIONE. I due si sarebbero conosciuti attraverso i social. Dopo qualche tempo Asad Ali avrebbe chiesto alla minorenne di mandargli qualche foto. La ragazzina aveva accettato, inviando però immagini innocenti, scattate al mare. Poi le richieste si sarebbero fatte più serrate, le foto pretese più provocanti, fino a che la giovane avrebbe inviato al bassanese una foto più intima. Quello scatto potrebbe aver innescato in Ali l’errata convinzione di poter pretendere molto di più, convinzione montata al punto di arrivare a ricattare la ragazza: «Ora un rapporto completo, oppure pubblico tutto». La giovane a quel punto ha avuto paura, ma fortunatamente anche il coraggio di chiedere aiuto. La polizia, dopo aver accolto formalmente la richiesta di indagare alla presenza del padre della vittima, hanno preparato una trappola per l’adescatore. L’OPERAZIONE. La vittima si è finta disponibile a un incontro con Ali, che chiedeva sempre più insistentemente di incontrarla per consumare un rapporto sessuale con lei. Nel pomeriggio del 21 marzo, il giovane, accompagnato da un amico, che pare fosse essere a completa conoscenza del ricatto, si è recato nell’abitazione padovana della ragazzina. Ha suonato il campanello, sicuro che dall’altra parte della porta d’ingresso avrebbe trovato i “favori” pretesi: invece, ad accoglierlo c’erano gli agenti. Sul suo telefonino cellulare sono state trovate sia le chat estorsive che le immagini pedopornografiche. Asad Ali, difeso dall’avvocato Pagalla, è stato quindi portato in carcere a Padova. L’amico che l’ha accompagnato, B.A. 33 anni, difeso dall’avvocato Barbiero, è stato denunciato a piede libero. La Polizia postale raccomanda di settare i propri profili social come privati e di non inviare mai foto compromettenti. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Francesca Cavedagna

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