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Rapinatori in trasferta nascosti a Romano

L’operazione è dell’Arma emiliana
L’operazione è dell’Arma emiliana
L’operazione è dell’Arma emiliana
L’operazione è dell’Arma emiliana

I boss delle rapine messe a segno in Emilia Romagna, si nascondevano a Romano d’Ezzelino. Dopo le indagini dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Sassuolo, ieri sono finiti in manette Giuseppe Stasi, 49 anni, e il fratello Giovanni, di 54, scovati proprio in un’abitazione di Romano. In carcere sono finiti anche i due complici tunisini, che invece si nascondevano nel Padovano. Tutti dovranno rispondere dell’accusa di rapina aggravata in concorso. L’indagine, coordinata dal sostituto Procuratore della Repubblica di Modena, Mazzei, e condotta fra aprile e giugno di questo anno, ha consentito di evidenziare l’esistenza di un gruppo, radicato nella provincia di Caserta ed operativo prevalentemente in quella Modenese, dedito alla commissione di rapine a mano armata. I fratelli Stasi e i complici sono ritenuti responsabili di sei distinti episodi delittuosi. Secondo quanto ricostruito dai militari emiliani, gli indagati noleggiavano di volta in volta dei veicoli e dal Casertano giungevano nel Modenese dove, nei pressi degli obiettivi preliminarmente individuati, parcheggiavano l’autovettura, per poi fare irruzione travisati e armati di pistola. Al termine delle rapine, prelevato l’incasso, rinchiudevano gli impiegati in una stanza e fuggivano raggiungendo l’auto con cui facevano rientro nel Casertano nella giornata stessa, riconsegnando regolarmente il veicolo noleggiato. Per quanto riguarda la rapina in abitazione, i malviventi, qualificandosi come appartenenti all’Arma dei Carabinieri, fingendo di dover effettuare una perquisizione per cercare la refurtiva delle rapine commesse in precedenza, avevano strattonato la proprietaria di casa gettandola per terra e rinchiudendola in una stanza. Il provento delle sei rapine è stato quantificato in circa 51 mila euro. Alla cattura delle quattro persone si è arrivati dopo prolungate ricerche, anche perché tutti risultavano formalmente residenti nel Casertano. © RIPRODUZIONE RISERVATA

F.C.

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