<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Preoccupati per la cava inquinata»

Uno dei profondi tunnel della cava che sono stati posti sotto sequestroUna pattuglia della guardia di finanza
Uno dei profondi tunnel della cava che sono stati posti sotto sequestroUna pattuglia della guardia di finanza
Uno dei profondi tunnel della cava che sono stati posti sotto sequestroUna pattuglia della guardia di finanza
Uno dei profondi tunnel della cava che sono stati posti sotto sequestroUna pattuglia della guardia di finanza

C’è grande apprensione sull’Altopiano per l’inchiesta della guardia di finanza sul presunto conferimento illecito di rifiuti pericolosi nella cava "Col Campanaro", situata nel territorio comunale di Valbrenta. Preoccupazioni dettate in particolare dal possibile inquinamento delle acque di Oliero, principale fonte di approvvigionamento idrico di molti paesi dell’Altopiano. Gli amministratori comunali altopianesi stanno seguendo l’evolversi dell’indagine che ha portato al sequestro della cava e dove gli investigatori delle fiamme gialle, assieme alla polizia giudiziaria del comando provinciale dei vigili del fuoco, stanno cercando di farsi strada tra le gallerie dell’ex cava per raggiungere i siti dove sarebbero stati depositati i rifiuti. «Appena saputo la notizia è partito un giro di telefonate tra i sindaci dell’Altopiano – racconta Emanuele Munari, presidente dell’Unione montana “Spettabile Reggenza” -. Siamo tutti concordi nel richiedere la massima attenzione nel proseguire con le indagini, tanto che è già stata richiesta l’autorizzazione alla Procura affinché i nostri tecnici, con la collaborazione degli enti preposti ai controlli tra cui l’Arpav e la stessa Etra, possano, una volta liberato l’ingresso, compiere un sopralluogo nel sito per capire la gravità della situazione». «È chiaro che bisognerà arrivare a trovare i rifiuti per determinare la loro pericolosità – prosegue Munari – ma il fatto che sia stata sigillata la discarica abusiva fa pensare al peggio. Dalle informazioni raccolte sembra che le gallerie più profonde siano a un centinaio di metri dalla falda acquifera di Oliero, che non interessa solamente l’Altopiano ma tutti i paesi di questo importante bacino idrico, dall’Ato Brenta a tutto il territorio sotto la competenza di Etra. È per questo che invitiamo fin da ora a una fattiva collaborazione tra le Unioni montane Spettabile Reggenza e Valbrenta e tra i sindaci dei Comuni interessati per fare luce su quanto sia potuto finire in quella cava e coinvolgendo anche le nostre popolazioni, perché riteniamo impossibile che nessuno abbia sentito o visto quanto stava succedendo». I sindaci altopianesi intanto sottolineano comunque che non ci sono pericoli immediati e che l’approvvigionamento idrico è costantemente sotto controllo da parte di Etra. «Vogliamo evitare allarmismi – aggiunge il sindaco asiaghese Roberto Rigoni Stern – ma nello stesso tempo scongiurare situazioni emergenziali perché nell’istante in cui degli inquinanti venissero riscontrati dai controlli di Etra, sarebbe già tardi. Come sono stati effettuati minuziosi controlli alle discariche autorizzate di rifiuti urbani del Melagon di Asiago e del Baktall di Gallio, chiediamo altrettanta solerzia a “Col Campanaro”. Non vorremmo assistere alla soluzione decisa per la “Grotta della Galleria” a Foza nel 1990 dove, dopo che il club speleologico Proteo di Vicenza trovò ingenti quantità di rifiuti ospedalieri, fu effettuata una bonifica parziale per poi cementare l’ingresso. I responsabili di quel reato ambientale non furono mai identificati e il nostro auspicio è che questa volta la magistratura abbia più collaborazione da parte di tutti per individuare chi ha trasportato i rifiuti in modo da scoprire anche di quali rifiuti si tratta e poi smaltirli in maniera opportuna». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gerardo Rigoni

Suggerimenti