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Altopiano

Poca pioggia, tanto caldo. Le malghe vittime della siccità, il sole ha bruciato l’erba da foraggio

I pascoli rinsecchiti  creano problemi per l’alimentazione del bestiame
I pascoli rinsecchiti creano problemi per l’alimentazione del bestiame
I pascoli rinsecchiti  creano problemi per l’alimentazione del bestiame
I pascoli rinsecchiti creano problemi per l’alimentazione del bestiame

Quattordici millimetri il 2 agosto e 26 mm il 29 luglio, a cui vanno aggiunti gli acquazzoni di queste ore. Troppo poche le precipitazioni di questo lungo periodo di siccità per salvare la stagione d’alpeggio sull’Altopiano. Pur avendo parzialmente ripristinato un po' d’acqua nelle pozze d’alpeggio per l’abbeverare gli animali al pascolo, pascoli e prati sono diventati delle distese di erba rinsecchita, costringendo i malghesi a integrare l’alimentazione degli animali con il foraggio che sarebbe servito per l’inverno. Una situazione grave, di cui non si hanno ricordi recenti.
Dai dati dell’Arpav emerge infatti che in tutto l’anno sono caduti 267 mm di precipitazioni in 28 giorni di pioggia. A giugno le piogge cadute sono state solamente 58 mm e a luglio 39 mm che, sommate alla poca neve caduta durante l’inverno e alle alte temperature di quest’estate, non hanno permesso una ricrescita delle erbe montane necessarie per proseguire con la stagione in malga. Dati che messi a confronto con gli anni precedenti sono ancora più preoccupanti, anche in merito all’approvvigionamento idrico a uso umano. Nel 2021, da gennaio a luglio, le precipitazioni sono state 730 mm, 41 mm a giugno e 251 a luglio. Nel 2020 le piogge nei primi sette mesi dell’anno sono state di 823 mm in complessivi 49 giorni di neve o pioggia, di cui 185 mm caduti in giugno e 93 a luglio. La media degli accumuli di acqua meteorica da gennaio a luglio nei dieci anni precedenti si attesta attorno agli 800 mm; in pratica tre volte tanto quelle del 2022.
A essere particolarmente colpite sono le malghe poste nelle zone più alte, oltre i 1600 metri di altitudine, dove l’erba già non è molta. Alpeggi dedicati alla pastorizia, dove gli ovini faticano ad alimentarsi. Per queste malghe l’Unione montana ha già chiesto ai servizi forestali e agli enti interessati di concedere delle deroghe ai malghesi, permettendo una riduzione del carico o anche di abbandonare anticipatamente l’alpeggio.
«Per ora le malghe poste nelle zone più basse non presentano queste criticità e non ci sono ancora malghesi che abbiano espresso l’intenzione di scaricare anzitempo - illustra il vicepresidente dell’Unione montana, Diego Rigoni -. Rimangono comunque grossi problemi di gestione dei bovini perché le malghe, soprattutto quelle con i pascoli esposti al sole cocente di questo periodo, hanno i pascoli privi delle erbe nutritive che contraddistinguono l’alpeggio, snaturando la finalità stessa della malga».
Non solo gli animali nei pascoli montani stanno subendo gli effetti della perdurante siccità. Anche l’approvvigionamento idrico a uso umano è precario sull’Altopiano, tanto più con l’altissima stagione al via. Un’emergenza in parte attenuata con l’attivazione da parte di Etra di tre pozzi a Marcesina, su disposizione del presidente regionale Luca Zaia, nominato a fine luglio commissario delegato per gli interventi urgenti per la gestione della crisi idrica, attraverso il soggetto attuatore e direttore di Veneto Agricoltura, Nicola Dell’Acqua. Appena la qualità dell’acqua è stata confermata da Etra e Ulss 7, la preziosa risorsa è stata messa nella rete di distribuzione di tutto l’Altipiano.
«Ma la situazione rimane delicata - conferma il sindaco di Asiago, Roberto Rigoni Stern -. Tant’è che assieme agli altri comuni altopianesi abbiamo emanato delle ordinanze per il risparmio idrico». 

Gerardo Rigoni

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