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Pioggia di sì all’ascensore dal Prato a viale Martiri «Ma non sia un mostro»

Elisa BacaniVanessa PeruzzoLa rampa da Prato Santa Caterina in una foto area FOTOSERVIZIO  GIANCARLO  CECCON
Elisa BacaniVanessa PeruzzoLa rampa da Prato Santa Caterina in una foto area FOTOSERVIZIO GIANCARLO CECCON
Elisa BacaniVanessa PeruzzoLa rampa da Prato Santa Caterina in una foto area FOTOSERVIZIO  GIANCARLO  CECCON
Elisa BacaniVanessa PeruzzoLa rampa da Prato Santa Caterina in una foto area FOTOSERVIZIO GIANCARLO CECCON

Le recenti feste natalizie hanno chiamato lo shopping, lo shopping il parcheggio, meglio se gratuito in prato Santa Caterina. E un “referendum” tra gli utenti dell’area di sosta dice sì alla tecnologia per salire in centro storico, secondo il progetto, della precedente e ora dell’attuale amministrazione, di creare un dispositivo mobile per arrivare in viale dei Martiri. C’è chi, per raggiungerlo, vorrebbe una scala o un tapis roulant al posto dell’ascensore preferito dall’amministrazione dopo l’ultimo incontro con la Soprintendenza, ma nella sostanza basta che i pedoni trovino un aiuto per superare il dislivell: «L’importante – dicono gli interpellati -, è che si trovi un modo per rendere più agevole la salita perché l’attuale scalinata di porfido è ripida e, nella brutta stagione, scivolosa e pericolosa». Al punto che gli anziani che fermano l’auto ai due parcheggi “Prato” sono una netta minoranza: centinaia le persone che salgono ogni giorno verso il centro storico, poche decine gli ultrasettantenni. «La vista che si ha dal viale è una delle cartoline di Bassano – commenta la giovane Vanessa Peruzzo -, per cui bisognerà fare attenzione con l’impatto di qualunque nuova opera. E dovendo scegliere tra scala e ascensore, andrei sulla prima soluzione senza dubbi». Per il coetaneo Emanuele Beraldo, invece, l’ascensore va bene «purché in linea con la storicità del luogo, non rovini il paesaggio e non sia eccessivamente rumoroso». Un gruppo di turisti non giovanissimi, arrivati dal Trentino, caldeggia, invece, una scala o un tapis roulant, se possibile riparati da una tettoia, citando ad esempio alcune soluzioni sperimentate l’estate scorsa. «A Perugia una scala mobile coperta già esiste – dicono -, come anche a Castel Sant’Elmo, a Napoli. Non servirebbe inventare nulla, basterebbe prendere spunto da cose che già funzionano». Tra i titolari di pubblici esercizi, Luca Grotto è consapevole che per ragioni tecniche si andrà sull’ascensore ma vedrebbe bene un tappeto mobile «purchè coperto, in modo che la pioggia non lo renda scivoloso», oppure una scala «con un sensore che la attivi al passaggio degli utenti». A Elisa Bacani, invece, piaceva il progetto originario del tappeto «perché più pratico per le mamme con i passeggini, per le persone disabili e per gli anziani che faticano a muoversi». Davide Vigati, titolare di un ristorante in viale dei Martiri, risolve la questione con una battuta: «È fondamentale – dice – che le persone non rischino un malore quando salgono dal Prato». Quindi, scala mobile o ascensore? «Dipendesse da me direi scala mobile – riprende – riparata e realizzata in modo tale da essere accessibile anche alle persone disabili. Oggi, chi si muove in carrozzina, non può nemmeno pensare di parcheggiare nelle due aree di sosta del Margnan». Preferenza alla scala mobile («più discreta dell’ascensore e meno impattante sul paesaggio») anche da Yindra Hernandez: «ma la cosa fondamentale - aggiunge - è che le persone non arrivino più in centro senza fiato e non siano più costrette a fermarsi per una decina di minuti dopo essere salite dal Prato». Ma controcorrente rispetto ai tanti favorevoli all’intervento tecnologico prospettato dall’amministrazione comunale c’è un gruppetto di bassanesi che, dietro promessa di anonimato, vorrebbe lasciare le cose così come sono. «Perché – dicono -, lavoriamo tutto il giorno in ufficio e la salita dal Prato, per quanto faticosa, è l’unico sport che riusciamo a praticare con regolarità». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lorenzo Parolin

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