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Nelle case di riposo parenti e sindacati sul piede di guerra

Anziane ospiti della casa di riposo Villa Serena FOTO  CECCON
Anziane ospiti della casa di riposo Villa Serena FOTO CECCON
Anziane ospiti della casa di riposo Villa Serena FOTO  CECCON
Anziane ospiti della casa di riposo Villa Serena FOTO CECCON

Sindacati e familiari degli ospiti sul piede di guerra per le esternalizzazioni all’Isacc. È visto con preoccupazione l’affidamento a una società esterna dei servizi del reparto "Col Moschin" di villa Serena. Se il comitato degli ospiti denuncia una perdita del legame affettivo che lega pazienti e operatori e teme il rischio privatizzazione dell'ente, i sindacati sono preoccupati per la qualità dei servizi. Ora i 40 pazienti del reparto saranno seguiti da 14 operatori esterni (12 operatori socio sanitari e 2 infermieri). I PARENTI. «Il rischio più grande dell’esternalizzazione è la diminuzione del legame affettivo - afferma Maria Antonia Piovan, referente del comitato ospiti per Villa Serena -. Gli ospiti, infatti, si affezionano agli operatori: per loro sono dei punti di riferimento, per cui cambiare personale può creare scompensi. Non credo invece che si verificherà una diminuzione della qualità del servizio: quello che facevano gli operatori interni ora lo faranno quelli esterni. Certo, la guardia deve rimanere alta». Resta il fatto che quello svolto internamente era un servizio di qualità, almeno stando a quanto riferisce Piovan. «Ovviamente negli anni ci sono state anche lamentele - afferma - ma personalmente non ho mai avuto problemi. Anzi, devo dire che gli operatori si sono comportati sempre con molta professionalità. Il loro non è un lavoro semplice e hanno sempre dimostrato di avere molta pazienza. Il rapporto con gli ospiti è molto delicato». Più preoccupato, invece, il referente degli ospiti per Palazzo Sturm, Bruno Ferraro: «Ci sono nubi all’orizzonte delle case di riposo - afferma -. L’esternalizzazione è negativa perché toglie dal reparto personale molto formato, inserendo altri operatori che non si sa se saranno all’altezza. Inoltre temiamo spinte verso una privatizzazione dell'ente. È innegabile che sia sorto malumore tra i familiari degli ospiti». Anche perché, come riferisce Ferraro, l’ammontare della retta mensile non è certo indifferente: «Paghiamo circa 1800 euro al mese - riferisce - che non sono pochi per una famiglia, che ovviamente ha anche altre spese». IL SINDACATO. La Funzione pubblica della Cisl, dal canto suo, respinge con forza questa esternalizzazione. «Siamo molto preoccupati per la qualità del servizio che verrà garantito agli ospiti - riferisce la sindacalista Margherita Alberton -, per la conservazione della casa di riposo quale ente pubblico e per la conservazione degli attuali posti di lavoro». Il presidente dell’ente Clemente Peserico ha assicurato che i 14 lavoratori del reparto “Col Moschin” saranno dirottati in un altro reparto, in modo da mantenere la loro occupabilità. Inoltre ha garantito che, se sarà possibile, il prossimo anno l’istituto procederà con nuove assunzioni, così da poter recedere il contratto con la società esterna e tornare a una gestione delle attività totalmente interna. Nel frattempo, la dirigenza procederà con il recupero delle migliaia di euro versate in accesso ai dipendenti per il pagamento delle ferie infrasettimanali. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Enrico Saretta

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