Non un malfunzionamento del sistema immunitario, ma una condizione determinata da una proteina in grado di provocare la decolorazione della pelle e di generare sul volto e sul corpo quelle macchie che sono lo stigma della malattia. Grazie a una sperimentazione condotta sui topi di laboratorio, è finalmente arrivata la prova che si attendeva sulle vere cause della vitiligine: una scoperta di rilievo internazionale, che apre nuovi scenari sulle possibili cure e che porta la firma di un giovane medico bassanese. Matteo Bordignon, specialista in dermatologia e venereologia e dottore di ricerca in biomedicina e scienze immunologiche, è il coordinatore del team multidisciplinare dell'università di Padova che è riuscito a dimostrare, per la prima volta, la responsabilità della proteina Mia (Melanoma inhibitory activity) nello sviluppo di questa malattia. Quarantuno anni, ex studente del liceo Brocchi, lo specialista già da tempo è noto negli ambienti scientifici per il suo contributo alla ricerca sulla vitiligine e vanta un curriculum di assoluto rilievo, che ora verrà ulteriormente valorizzato da un risultato destinato a rivoluzionare l'approccio clinico ad una patologia delle pelle di cui soffrono circa cento milioni di persone in tutto il mondo e per la quale ad oggi non esistono terapie davvero efficaci.