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Foza

Stroncato da malore nel sonno: addio al titolare del Belvedere

Simone Gheller aveva 48 anni. «Un pilastro per l’attività e la nostra famiglia. Avevamo appena deciso il menù per le festività natalizie»
Simone Gheller a destra, assieme al papà e alla sorella. Il loro ristorante è molto conosciuto
Simone Gheller a destra, assieme al papà e alla sorella. Il loro ristorante è molto conosciuto
Simone Gheller a destra, assieme al papà e alla sorella. Il loro ristorante è molto conosciuto
Simone Gheller a destra, assieme al papà e alla sorella. Il loro ristorante è molto conosciuto

Ha perso la vita nella notte, colpito da un malore fatale. Solo poche ore prima aveva concordato con la sorella il menù da proporre a Natale nel suo locale, la trattoria Belvedere, locale storico di Foza. Le ultima parole alla sorella: «Vai a letto tranquilla, mi sento già meglio, ci vediamo domani mattina». Invece alle 8.30 di ieri la sorella, non vedendolo scendere, è andata a controllare e l’ha trovato ormai senza vita.

Foza ha perso Simone

Foza ha perso Simone Gheller, 48 anni, alpino, gestore dell’albergo trattoria di località Lazzaretti, attività storica fondata all’inizio del secolo scorso da Isidoro Gheller, sulla traccia di un’osteria già avviata nell’800 dal padre, poi proseguita da Aurelio Gheller, padre di Simone e Stefania, che stavano portando avanti l’antica tradizione dei ritrovi eno-gratronomici di montagna.

Il dolore della famiglia

«Perdere mio fratello in un modo così improvviso è stato un vero colpo al cuore - spiega Stefania -. Aveva preso l’influenza stagionale, da martedì scorso era stato a letto qualche giorno con la febbre ma si stava riprendendo, tanto che proprio la sera prima di morire ci eravamo messi attorno a un tavolo per decidere cosa fare per Natale. Era stato lui che mi aveva incoraggiato a lavorare: sono da poco stata operata a un ginocchio e non ero convinta di farcela. Ma Simone mi aveva detto che non potevamo tener chiusa la locanda e io come sempre mi sono fatta trasportare dalla sua grande passione per il mestiere della ristorazione, e gli ho detto che andava bene, che con lui affianco ce l’avrei fatta. Avevamo anche deciso il menù: avremmo fatto crespelle e poi cervo con la polenta. Poi ci siamo salutati per andare a dormire, lui mi ha rassicurato dicendomi che l’influenza era passata e che adesso si sentiva meglio. Abitiamo insieme sopra la locanda. Durante la notte mi sono svegliata varie volte e, preoccupata, sono andata a controllare che stesse bene. L’ho sempre visto tranquillo, così anche io mi sono rassicurata. Poi alla mattina, quando erano già le 8.30 e non l’ho visto scendere, sono salita in camera sua e l’ho trovato a letto, con gli occhi sbarrati. Non respirava più. Era morto. Mi sono disperata, ho chiamato il 118, che mi ha detto di contattare la guardia medica. È arrivata, ha constatato il decesso. Mio fratello non c’è più e io ora non so come fare. Dopo che ho perso mio marito nel 2003, Simone mi ha aiutato ad allevare i miei due figli, mi è stato vicino in tutto. Era la spina dorsale dell’attività e anche delle nostre vite».

Gheller da tempo soffriva di diverse patologie

«Si curava - spiega la sorella - e i medici erano ottimisti, anche se la sua salute è sempre stata precaria. Nel 2016 abbiamo perso anche nostro fratello Massimo, a 46 anni, per patologie diverse. Simone aveva ereditato la stessa salute cagionevole, ma era forte, burbero ma buonissimo e generoso. Voleva vivere, voleva solo portare avanti la trattoria che abbiamo ereditato. Adesso che non c’è più, non so cosa farò. Per ora terremo chiuso per alcune settimane, poi decideremo».

 

Francesca Cavedagna

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