<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Malghe, tra Vaia e lupi introiti giù

Una mandria nella Piana di Marcesina. FOTO ARCHIVIO
Una mandria nella Piana di Marcesina. FOTO ARCHIVIO
Una mandria nella Piana di Marcesina. FOTO ARCHIVIO
Una mandria nella Piana di Marcesina. FOTO ARCHIVIO

Il Comune di Enego percepirà quasi 12 mila euro in meno quest’anno dalle sue malghe (-8%). Lo ha annunciato il sindaco eneghese Ivo Boscardin preannunciando una variazione di bilancio comprendente le minori entrate per la concessione della riduzione degli uba, l’unità di misura usata per determinare il carico zootecnico di ciascun alpeggio e conseguentemente anche il canone d’affitto, a sette malghe per motivi legati alla tempesta Vaia e alla presenza di lupi. Diventando il primo Comune altopianese ad ufficializzare i danni economici diretti alle casse comunali portati dal maltempo di fine ottobre e dalla presenza di predatori. Enego è proprietario di quindici malghe sparse sul territorio altopianese, ben sette di queste (tutte presenti o in prossimità della Piana di Marcesina) hanno chiesto, ed ottenuto, di ridurre l’unità bovina adulta, Uba appunto, assegnata per questo anno di monticazione. Le malghe ad Enego fruttano 150 mila euro all’anno, almeno prima di Vaia e dell’arrivo del lupo. Soldi che il Comune utilizza proprio per sostenere i servizi alle persone. «Molte malghe hanno avuto una riduzione della superficie di pascolo a causa di Vaia – spiega Boscardin. - In alcuni casi sono presenti ancora schianti sul pascolo, in altri si è dovuto allestire delle piazzole di accastatamento del legname esboscato». «Ancora di più grava il problema della presenza del lupo – continua – che rende sempre più difficile ai malghesi reperire animali in affitto da monticare per rispettare le condizioni poste dagli uba per il fondato timore diffuso fra gli allevatori di pianura che le mandrie e le greggi subiscano attacchi da parte del predatore». Oltre alla carenza di animali da prendere in affitto, usanza diffusa tra gli allevatori che non prendono in affitto una malga per mandare in montagna i loro animali giovani perché si fortifichino, gli stessi malghesi tendono a non tenere in alpeggio manze gravide e vitelli per evitare predazioni così come tengono le mandrie vicine alla malga evitando di farle pascolare nelle zone più lontane. «Tutto questo, a lungo andare, provocherà danni all’ambiente con l’abbandono dei pascoli più lontani – conclude Boscardin. - Intanto però causa un mancato guadagno ai Comuni che si associa ai fondi che non arriveranno nei prossimi anni dai boschi. È una situazione grave che speriamo sia solo temporanea perché altrimenti i Comuni saranno costretti a tagliare i servizi, aggravando il disagio di chi vive in montagna». •

Gerardo Rigoni

Suggerimenti