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«Made in malga, grande vetrina per produzioni e territorio»

Fiorenzo Rigoni
Fiorenzo Rigoni
Fiorenzo Rigoni
Fiorenzo Rigoni

Asiago il giorno dopo Made in Malga. È ritornata la quiete nel capoluogo altopianese dopo i due fine settimana della rassegna internazionale di prodotti di montagna che ha portato 140 mila persone a scoprire le eccellenze non solo dell’Altopiano ma di tutta la montagna tra formaggi, liquori, frutta e verdura, birre e infusi, erbe aromatiche, carni pregiate. Un successo oltre ogni aspettativa per l’evento che tradizionalmente chiude la stagione estiva che ha generato un’economia importante per il comparto turistico ma che ha anche fatto emergere prepotentemente i problermi di viabilità dei paesi dell’Altopiano. Colonne chilometriche di auto hanno caratterizzato la domenica, sia la mattina in entrata dove alle 10.30 il traffico era incolonnato fin dall’uscita dell’autostrada A31 sia il tardo pomeriggio quando una fila unica di automezzi collegava il centro di Asiago con la pianura. Disagi controbilanciati dall’importanza dell’evento come sottolinea il presidente del Consorzio tutela formaggio Asiago, Fiorenzo Rigoni, ancora felice per il buon esito della manifestazione. «È stata un’'edizione super grazie alla formula strutturate su due settimane - commenta. - L'importanza dell'evento va oltre il flusso turistico perché fa conoscere certe produzioni fuori dai loro confini tradizionali, offrendo una vetrina a piccole produzioni di grande valore qualitativo e così anche informando sul mangiare bene e sano». «Il discorso vale anche per il formaggio Asiago – prosegue – che è sicuramente un prodotto rinomato ma meno conosciute sono la lavorazione che sta dietro al formaggio e le tante produzioni di nicchia che lo caratterizza. La presenza di molti nostri produttori, in particolare di formaggio di malga, valorizzano e vengono valorizzati dalle altre eccellenze presenti». Dall’Asiago “prodotto di montagna” e dalle varie tipologie di realizzate durante la stagione d’alpeggio alla filiera Grunalpe limitato al periodo di pascolo nelle aziende agricole altopianesi Rigoni ritiene che proprio eventi come Made in malga possano far conoscere ai consumatori il grande lavoro portato avanti negli anni dal Consorzio tutela. «Il confronto tra realtà diverse non può che portare a stimoli per migliorarsi sempre di più – continua Rigoni. - Questo evento fa conoscere non solo il prodotto finito ma anche il territorio dove nasce. Un rapporto intimo e inscindibile: il territorio stesso è stato plasmato dalle malghe e dall’agricoltura in secoli di attività di allevamento e casearie. Sono del 1200 le prime testimonianze documentali della produzione di formaggio sull’Altopiano ma alcune ricerche portano indietro l’attività casearia al X secolo dopo Cristo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

G.R.

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