Lo Spazio Donna di Bassano cerca nuove alleate, tra parrucchiere ed estetiste, per “dare un taglio” alla violenza di genere e intercettare, nei luoghi tipicamente frequentati dalla popolazione femminile, i segnali di aiuto e i sintomi del disagio. Centri benessere, palestre, saloni di bellezza: questi i canali attraverso i quali il Centro antiviolenza intende raggiungere e aiutare le vittime di sopraffazioni, abusi e percosse in ambito domestico. Donne di età diverse e di differente estrazione sociale che, come spiegano le referenti del servizio Graziella Zanetti e Maria Pia Mainardi, sono il più delle volte controllate e seguite dai loro partner-aguzzini e temono quindi di esporsi troppo recandosi nei centri di ascolto. «Il salone della parrucchiera è per eccellenza il luogo delle chiacchiere e delle confidenze», ricordano le operatrici, sottolineando come proprio da questa considerazione sia scaturita l'idea di coinvolgere tali professioniste ma anche i titolari di palestre e centri estetici in una campagna informativa e di sensibilizzazione permanente. A questa azione si aggiungono le tante iniziative programmate in questi giorni un occasione della ricorrenza del 25 novembre – Giornata internazionale contro la violenza sulle donne – e in particolare la grande marcia “Unisciti al cuore delle donne”, di scena domenica in città. Nel comprensorio, inoltre, attualmente sono attivi sei sportelli antiviolenza: quello di via Schiavonetti a Bassano e poi quelli decentrati di Belvedere di Tezze, di Cassola, di Marostica, Valbrenta (a Valstagna) e Gallio. Proprio l'inaugurazione, tra il 2017 e il 2018, di diversi presidi "locali", più vicini quindi alle residenti dell'hinterland, e il contestuale avvio di numerose attività collegate (come i laboratori creativi, i corsi di fotografia, i cineforum, la “tisaneria” e altro) hanno favorito, in questi ultimi tre anni, l'emersione del fenomeno. «Fino a qualche anno fa annualmente registravamo in media una novantina di accessi al nostro servizio – confermano le referenti –. Poi, con l'avvio degli sportelli, i numeri sono cresciuti di molto: nel 2018 abbiamo avuto 168 richieste d'aiuto – ricorda Mainardi – e al 31 ottobre di quest'anno avevamo già incontrato 153 donne (127 italiane e 26 straniere), vittime di violenza non solo fisica ma anche psicologica, sessuale ed economica. Spesso, infatti, i mariti violenti controllano gli scontrini e non permettono alle moglie di usare liberamente i propri soldi». Per la maggior parte delle vittime il pericolo è rappresentato proprio dal partner (99 casi quest'anno) o dall'ex compagno (35 casi sul totale) o da altri familiari. «C'è poi la questione dei minori che assistono alla violenza – aggiunge Mainardi - . Basti pensare che sono 84 i bambini coinvolti nei casi affrontati nel 2019». Proprio per educare i ragazzi, sin da piccoli a riconoscere e a rifiutare dinamiche “di sopruso” o stereotipici di genere, lo Spazio Donna Bassanese da tempo promuove percorsi di sensibilizzazione nelle scuole e nei primi mesi del 2020 avvierà cinque nuove progetti in altrettanti istituti: quattro del Bassanese e uno di Malo. • © RIPRODUZIONE RISERVATA